Amazon ha deciso di contrastare la decisione del Dipartimento della Difesa di rivolgersi a Microsoft per l’ammodernamento dell’infrastruttura IT del Pentagono. Siamo noi i più qualificati per JEDI, sostiene la corporation di Jeff Bezos.
La decisione, comunicata lo scorso ottobre, di assegnare a Microsoft una commissione da 10 miliardi di dollari per sostituire i vecchi sistemi informatici del Pentagono con una nuova infrastruttura cloud, non è andata giù ad Amazon. Il colosso dell’e-commerce si considera ancora il soggetto più qualificato per portare a compimento il progetto JEDI, e per tale ragione ha deciso di rivolgersi all’autorità giudiziaria allo scopo di ribaltare la mossa del Dipartimento della Difesa (DoD) americano.
Il tentativo di rivalsa nei tribunali federali da parte di Amazon era previsto ma non scontato: secondo le previsioni la corporation fondata da Jeff Bezos era la favorita per l’assegnazione di JEDI, e la decisione finale del DoD ha dunque colto di sorpresa sia gli analisti che i diretti interessati. Ora Amazon ha parlato di un processo di valutazione viziato da “chiare insufficienze, errori e un pregiudizio lampante” da parte delle autorità militari statunitensi.
Amazon continua a considerare se stessa come l’azienda più qualificata, anzi “straordinariamente competente e qualificata” per garantire le soluzioni indispensabili ricercate dal Pentagono per l’ammodernamento degli apparati informatici a stelle e strisce. Amazon detiene ancora una quota maggioritaria del mercato del cloud computing, e non può certo permettersi di lasciare che la concorrenza ottenga una vittoria così sfolgorante della concorrenza senza prima sudarsela (anche) in tribunale.
La mossa legale di Amazon è forse giustificata anche (o soprattutto?) dal fatto che la corporation ha avviato un investimento significativo nella zona di Washington, assumendo decine di migliaia di persone e preparandosi a un’espansione strategica pensata proprio per meglio servire le esigenze tecnologiche e cloud-dipendenti del governo federale. Un investimento che, qualora il tentativo di rivalsa contro Microsoft in tribunale non andasse a buon fine, potrebbe ora subire un contraccolpo significativo.