L’infezione globale da coronavirus Sars-CoV-2 ha giocoforza influenzato in maniera significativa anche il settore dell’hi-tech, sebbene in questo caso non si parli (ancora) di serrate e posti di lavoro in crisi quanto piuttosto di un giro di affari in crescita e un aumento di pressione incredibile sulle piattaforme dell’e-commerce come eBay e Amazon.
Le autorità sanitarie consigliano (o nel caso dell’Italia obbligano) alle persone di stare in casa e uscire solo quando è assolutamente indispensabile, quindi le persone si rivolgono ai rivenditori online per acquistare prodotti anche di prima necessità che magari risultano esauriti nei negozi locali.
L’incremento di ordini è stato tale che Amazon ha deciso di investire 350 milioni di dollari a livello globale per far fronte alla crisi scatenata dal COVID-19: il colosso dell’e-commerce assumerà 100.000 nuovi dipendenti, garantendo altresì un leggero aumento nella paga oraria (2 dollari/sterline/euro) fino alla fine di aprile 2020.
I nuovi dipendenti, così come quelli già al lavoro nei magazzini di Amazon, dovrebbero giovare di non meglio precisate misure di sicurezza in grado di scongiurare il proliferare del coronavirus Sars-Co-V-2 nelle immense strutture che rappresentano il cuore della logistica della corporation di Jeff Bezos.
E parlando di logistica, Amazon ha fatto un ulteriore passo per riorganizzare il business in funzione della pandemia da COVID-19 rivoluzionando il programma “Fulfillment by Amazon”: fino al 5 aprile 2020, la gestione interna delle merci dei venditori di terze parti darà priorità (negli USA e in EU) ai prodotti per la cura dei neonati, la casa e la cura della persona, i prodotti per gli animali domestici e i consumabili.
Il resto della merce presente nei magazzini di Amazon continuerà a essere gestita ma non sarà più possibile creare nuovi ordini per i prodotti non indispensabili. I venditori di terze parti avranno in tal senso l’unica alternativa di gestire totalmente in proprio la logistica per gli ordini dei clienti finali.