Fra le tante conseguenze scaturite dalla pandemia del coronavirus SARS-CoV-2 c’è quella sulle preferenze degli utenti per lo streaming audio. Potendo scegliere, un gran numero di persone preferisce di gran lunga i canali radio rispetto a servizi musicali “puri” come Spotify e simili.
Il fatto emerge da una serie di dati svelati in questi giorni dalle radio online e dai servizi specializzati, tutti concordi nell’evidenziare un aumento significativo dell’audience dello streaming radiofonico e un corrispondente decremento nella platea della musica online.
Secondo Global, proprietaria di Capital FM ed LBC, l’ascolto delle radio online in queste settimane è cresciuto del 15%; il trend è confermato anche dalla britannica BBC, con un +18% di ascolto radio registrato la settimana scorsa rispetto a quella precedente, mentre per le società di analisi Spotify e gli altri servizi musicali hanno lasciato sul campo l’8% degli ascolti (negli USA).
Per spiegare questa interessante evoluzione di mercato, gli esperti chiamano in causa diversi fattori convergenti: meno persone devono viaggiare per raggiungere i luoghi di lavoro con il loro sottofondo musicale preferito, molti negozi e megastore con audio Spotify incorporato sono chiusi e anche l’audio negli uffici è prevalentemente spento.
L’incremento di popolarità delle radio in streaming è certamente aiutato dal fatto che Spotify non è in grado di proporre le “ultime notizie” sull’evoluzione dell’epidemia di COVID-19, mentre una tendenza diversa sembra esserci per i canali audio specializzati in musica classica: in questo caso si parla di un aumento piuttosto che di contrazione degli ascolti.