La domanda è la seguente: quanto durerà Cydia, l’App Store “alternativo” per applicazioni iPhone prima che Apple non intraprenda qualche azione legale nei suoi confronti? Sbloccare i gioiellini della mela morsicata resta, fino a prova contraria, una pratica illegale.
E infatti, per accedere a questo nuovo negozietto per applicazioni, gratuite e a pagamento, bisogna installare Cydia, noto programma usato da smanettoni di mezzo mondo che consente di installare software non certificato Apple sull’iPhone (una volta craccato). Il suo sviluppatore, il ventisettenne americano Jay Freeman incoraggiato da oltre 1,7 milioni di fan del suo programma, si deve essere detto… “ma come, tutti aprono degli App Store, perché non posso farlo anche io?” Detto e fatto.
Cydia Store ha, sulla carta, anche ottime prospettive di successo. Non tutte le applicazioni sviluppate per iPhone, infatti, superano i rigidi test che assicurano un posto sugli scaffali dell’App Store. Com’era prevedibile alcune di queste applicazioni hanno subito chiesto “asilo” nel suo catalogo. È il caso di Cycorder, un’utility gratuita che trasforma l’iPhone in una videocamera, oppure PdaNET (29 dollari) che permette di usare il telefonino di Apple come modem 2G/3G per notebook.
Per il resto, le porte del Cydia Store si aprono per chiunque disponga di un account Facebook o Google, e anche il giovane imprenditore americano, esattamente come Apple, tratterrà una commissione del 30 per cento sulle vendite.