Dieci anni fa quando apparvero le prime soluzioni in banda larga via satellite la tecnologia satellitare era molto dispendiosa da implementare e presentava numerosi limiti anche sul fronte dell’utilizzo pratico, il più evidente dei quali era la scarsa capacità di upload dei dati. Già allora la banda satellitare era stata vista come possibile soluzione al digital divide, ma la tecnologia non era ancora matura (qualche lettore ricorderà l’avventura di NetSystem).
Oggi si ritorna a parlare di banda larga via satellite grazie ad Eutelsat che ha deciso di proporre la sua offerta di connettività Internet via satellite a quei 4 milioni di italiani che non sono stati raggiunti da nessuna delle nuove tecnologie che nel frattempo si sono succedute: né dall’Adsl che nelle zone a fallimento di mercato non è mai arrivato (sono le aree poco redditizie dove gli operatori non investono in infrastrutture di rete) né dall’Internet mobile la cui copertura è legata sempre agli investimenti delle telco in termini di ponti radio, né tanto meno dalle Next Generation Network che al momento restano molto “next” e poco presenti sul territorio.
Rispetto a dieci anni fa, la tecnologia si è evoluta ed è diventata molto più stabile risolvendo alcuni dei colli di bottiglia che allora avevano reso poco efficiente e conveniente l’accesso a Internet via satellite.
“Tanto per cominciare nel 2010 Eutelsat si è dotata del nuovo satellite Kasat”, spiega a PC Professionale Renato Farina, amministratore delegato di Eutelsat Italia “ed è stata creata una rete di 82 hotspot che coprono tutta Europa, collegati a otto gateway in fibra ottica, dando così vita a un rete ad alta velocità ( con capacità fino a 92 Gbps). Questa infrastruttura di rete è in grado di servire fino a 2 milioni di utenti, con velocità di download pari a 20 Mbps e di 6 Mbps in upload e copre tutta l’Europa dal Portogallo fino alla Russia. Inoltre abbiamo migliorato l’affidabilità e la stabilità del servizio e siano in grado di offrire ai cittadini una soluzione semplice, stabile e sostenibile anche dal punto di vista economico”.
Già , ma ha ancora senso oggi proporre la banda satellitare, nell’era dell’Internet mobile che ha reso l’accesso al web ubiquo grazie alle chiavette e slegato dal pagamento di canoni mensili?
“La nostra è una tecnologia complementare e non in competizione con quelle presenti oggi sul mercato, aggiunge Farina. Il satellite è democratico, raggiunge tutti i cittadini, e risolve quella desertificazione tecnologica che ancora esiste là dove non c’è copertura, portando a casa dell’utente il servizio, grazie a una rete di circa 900 installatori presenti su scala nazionale, e rendendo possibili anche applicazioni innovative, come la tv on demand con la possibilità di scaricare film da Internet, cosa che prima non era possibile perché la banda non lo consentiva.”
La soluzione Eutelsat si chiama Tooway e non a caso, perché il nome sta ad indicare la bidirezionalità del servizio: 20 Mbps in download e 6 Mbps in upload. In Italia Tooway è commercializzato attraverso un rete di distributori su territorio nazionale. L’utente riceve a casa un modem e una parabola satellitare e può scegliere tra diverse formule di abbonamento mensile partire da 26,90 euro + Iva, in più deve tener conto dei costi di installazione pari a circa 150 euro. Non ci sono limitazioni in termini di numeri di dispositivi collegabili alla rete, ovviamente molto dipende anche da cosa si fa in Internet, se in famiglia tutti scaricano video nello stesso momento, si avrà un degrado di prestazioni sulla rete.
Nel nostro paese Eutelsat mira ad avere una base di 300.000 abbonati: è un numero calcolato tenendo conto che in Italia ci sono una decina di hotspot (abbiamo replicato le porzioni di banda in ogni area geografica, spiega Farina) e che ciascuno hotspot porta fino a 30.000 utenti. A Torino EutelSat si avvale di SkyLogic, la consociata che detiene il teleporto di SkyPark, una della principali piattaforme al mondo per le trasmissioni in protocollo IP a banda larga bidirezionale e che si occupa anche della gestione di Tooway, assicurandone il funzionamento senza interruzioni di servizio.
Poi oltre al segmento consumer c’è tutto il mondo delle imprese e degli enti pubblici: Eutelsat ha appena firmato un protocollo d’intesa con il Miur (Ministero dell’Istruzione Università e ricerca) per proporre la banda larga satellitare in oltre 20.000 scuole italiane, per collegare in rete le Lim (lavagne interattive multimediali). Con Mediaset è in corso un trial per la contribuzione video e un’altra applicazione interessante è stata fatta con GlobCast per la diretta della Coppa Davis su Tennis Channel.
La tecnologia del satellite si presta infatti a erogare grandi flussi di banda in occasione di grandi sportivi o trasmissioni live di concerti e può essere utile anche come back up nelle trasmissioni sulle Web TV.
“Le stessi reti Lte che rappresentano il futuro dei collegamenti veloci e dell’Internet mobile — conclude l’amministratore delegato di Eutelsat — hanno bisogno di essere alimentate e la tecnologia satellitare potrebbe risultare utile come backup. Quando arrivò il digitale terrestre in Italia molti dissero che come Eutelsat eravamo finiti, non è stato così visto che la nostra rete oggi funge da backup via satellite del digitale terrestre. in alcune aree del paese. Le tecnologie sono complementari tra loro, l’importante è che ognuno di noi possa averne accesso in modo facile e uguale a tutti gli altri.”