“Inganna gli utenti”, arriva una nuova accusa ai danni di Facebook da parte dell’UE contro Meta. Ecco cosa è successo nel dettaglio.
L’accusa dell’UE contro Facebook e Meta
Nel mirino dell’Unione Europea è finito Meta stavolta e in particolare Facebook e Instagram. Come mai? Secondo l’UE, che ha lanciato l’accusa, l’azienda avrebbe utilizzato pratiche ingannevoli con il suo modello “pagamento o consenso”. Secondo Bruxelles questo sistema viola le leggi a tutela dei consumatori.
Al centro di questa disputa c’è la soluzione del pagamento di un abbonamento mensile che arriva fino a 12,99 Euro per utilizzare Facebook senza pubblicità, oppure acconsentire al tracciamento e utilizzo dei dati personali da parte di Meta per poter visualizzare inserzioni personalizzate.
Ciò che contesta l’Unione Europea a Facebook e in particolare a Meta è definire un servizio gratuito nonostante ci sia la pubblicità e sostiene che gli utenti pagano con i propri dati. Sempre secondo l’accusa questa strategia è molto confusa e spingerebbe gli utenti a prendere una decisione affrettata, senza fornire il tempo necessario per comprendere le implicazioni.
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Secondo i regolatori della CPC, Meta andrebbe a violare la Direttiva sulle pratiche commerciali sleali e sulle clausole contrattuali abusive.
Peraltro si sostiene che l’azienda avrebbe usato un linguaggio ambiguo per spiegare come funzionano le due versioni di Facebook e Instagram e indurrebbe gli utenti all’errore. Questo approccio non garantirebbe agli utenti la possibilità di valutare e prendere delle decisioni consapevoli.
Il Commissario UE per la Giustizia, Didier Reynders ha affermato quanto segue: “I consumatori non devono essere indotti a pensare che pagando un abbonamento non vedranno pubblicità o che Facebook sia davvero gratuito quando l’azienda continua a trarre profitto dai loro dati personali. Le aziende devono essere trasparenti su come utilizzano i dati degli utenti”.
La risposta di Meta
Alle accuse dell’Unione Europea Meta ha risposto sostenendo che in realtà il modello di pagamento o consenso adottato sarebbe in realtà conforme alle normative europee, dando così la scelta chiara agli utente di Facebook e Instagram. A The Verge un portavoce ha replicato:
“Gli abbonamenti come alternativa alla pubblicità sono un modello di business consolidato in molti settori. L’abbonamento senza pubblicità segue le direttive della Corte europea di Giustizia e siamo fiduciosi che sia conforme alle normative europee”.
E adesso dunque cosa succede? L’UE afferma che Meta avrebbe tempo fino al 1° settembre 2024 per tutte le modifiche necessarie. Se l’azienda non dovesse farlo, rischierebbe fino al 4% di sanzioni del suo fatturato annuale nei paesi UE interessati.