Per anni gli utenti di Facebook e Instagram sono stati ingannati da pericolose catene che sostenevano che i social sarebbero presto diventati a pagamento. Questi messaggi hanno spesso circolato online, invitando a firmare petizioni per evitare di sostenere un costo per l’accesso a queste piattaforme. Ora Facebook e Instagram hanno avvertito gli utenti del fatto che le app rimarranno gratis, ma non del tutto perché chi si iscrive si sottopone già a un costo indiretto.
A seguito del lancio dell’aggiornamento iOS 14.5 su Instagram e Facebook sono comparse diverse slide sui social. In queste slide l’azienda di Mark Zuckerberg informa gli utenti sull’utilizzo dei dati pubblicitari raccolti dalle piattaforme. Proprio questo è il modo in cui le piattaforme saranno sempre gratuite, dato che gli inconsci utenti pagano con i propri dati. Per la poca trasparenza della compagnia, Zuckerberg è già finito nel mirino del Garante della Privacy italiano. Inoltre è stato accusato di frode in altri stati.
Il messaggio di Facebook e Instagram
In queste nuove slide, Facebook e Instagram chiariscono che il tracciamento a scopo pubblicitario dei dati degli utenti “aiuta a mantenere Instagram e Facebook gratis”. Questo avviso permette quindi all’azienda di scoraggiare il sistema di tracciamento di iOS 14.5, che è stato al centro di una discussione tra Facebook ed Apple. Ecco cosa recitano i messaggi ricevuti sui social dagli utenti Facebook e Instagram.
“Questa versione di iOS ci richiede di chiedere l’autorizzazione per monitorare alcuni dati da questi dispositivi per migliorare i tuoi annunci. Scopri come limitiamo l’uso di queste informazioni se non attivi l’impostazione. Utilizziamo le informazioni sulla tua attività ricevute da altre app e siti web per: mostrarti annunci più personalizzati; mantenere Facebook gratuito; supportare le aziende che si affidano agli annunci a raggiungere i propri clienti”.
Facebook e Instagram garantiscono quindi che pertanto sarà autorizzata la monitorizzazione dei dati degli utenti, i social non saranno a pagamento. Il discorso vale per una spesa fisica, dato che gli iscritti in realtà pagando offrendo i propri dati alle piattaforme, usati per fornire pubblicità da aziende terze.