Anche il mercato della musica registra la sempre più evidente manifestazione del processo di digitalizzazione: a conferma di questo trend, arriva un report redatto da Deloitte su commissione della Fimi, attraverso il quale emerge come durante il secondo trimestre del 2016 il mercato italiano abbia registrato per la prima volta il sorpasso della musica fruita in digitale rispetto a quella acquistata attraverso i classici supporti fisici.
In maniera particolare, secondo il report reso noto dalla Fimi, è stato lo streaming musicale a promuovere in maniera particolare questa transizione ritenuta ormai come irreversibile, con questo servizio che arriva a detenere la bellezza del 40 percento dell’intero mercato musicale italiano: la performance di crescita dello streaming, rispetto al secondo semestre del 2015, è stata indicata in un convinto +51 percento.
In particolare, lo streaming musicale in abbonamento – Apple Music, Spotify, TIMmusic e altri – è cresciuto del 68 percento, mentre la fruizione dei contenuti su YouTube ha conosciuto una progressione del 19 percento: nel complesso, lo streaming ha fatto registrare un fatturato totale 26.3 milioni.
Le cose vanno invece decisamente peggio per i CD, le cui vendite hanno conosciuto una contrazione del 13 percento. Dal punto di vista globale, invece, il report indica anche come il fatturato della musica durante il primo semestre 2016 abbia fatto registrare una crescita dell’1 percento, arrivando a toccare i 66,4 milioni di euro (contro i 65.55 del primo semestre del 2015), con un +23 in rapporto allo stesso periodo del 2014.
Una nota a parte la merita invece il vinile, il quale ha fatto segnare una crescita del 43 percento, arrivando ora a detenere una quota di mercato che tocca il 5 percento.