Dopo essermi arrivati in prova il Fitbit Change (vedi la prova qui), e il Fitbit Charger HR (vedi la prova qui) è ora la volta del Fitbit Surge, il fratello maggiore della famiglia. Dico subito che rispetto agli altri due prodotti il Surge è quello che mi ha convinto meno, soprattutto per il prezzo un po’ elevato rispetto alle caratteristiche del prodotto e perché sul mercato ci sono oggetti sportivi che offrono di più a prezzo comparabile.
Esteticamente il Surge riprende le linee dei fratelli minori con un corpo più grande e più spesso in grado di contenere un display Lcd monocromatico touch rettangolare da 20,88 x 24,36 millimetri. La retroilluminazione permette di vedere il display anche in condizioni di luce scarsa. Ottima la visibilità in piena luce. Tanti i sensori a disposizione: il Gps, l’accelerometro a tre assi, il giroscopio a tre assi, i sensori per la rilevazione del battito cardiaco, l’altimetro, la bussola digitale, il sensore della luce ambientale, il motore con vibrazione per le sveglie. Tutti questi sensori permettono al Surge di andare oltre la semplice funzione di fitness tracker dei fratelli minori, fornendo le indicazioni per l’analisi delle proprie attività sportive.
Resistente all’acqua, è stato testato fino a circa cinque atmosfere. In realtà Fitbit sconsiglia l’uso mentre si nuota e inoltre consiglia di toglierlo anche quando si fa la doccia perché, come citato sul sito il produttore “per la salute della pelle è opportuno che il braccialetto sia sempre asciutto e pulito”. Quindi la preoccupazione del produttore non è tanto sulla resistenza dell’orologio all’acqua ma sulle problematiche che l’umidità potrebbe determinare, come dermatiti da contatto o reazioni cutanee fastidiose. In questo modo Fitbit si tutela, visto che già nel 2013 un suo prodotto, il Force, era stato ritirato dal mercato in seguito a varie lamentele degli utenti statunitensi per le irritazioni che provocava. Ma non solo, nel manuale sono espressamente indicate delle specifiche avvertenze: “il contatto prolungato potrebbe contribuire all’insorgenza di irritazioni o allergie per alcuni utenti. Se noti segni di irritazione della pelle come rossori, gonfiori, pruriti o altri disturbi simili, interrompi l’uso del dispositivo. L’uso continuo, anche in seguito alla diminuzione dei sintomi, potrebbe causare una nuova irritazione. Se i sintomi persistono, rivolgiti al tuo medico curante”. Da cosa dipende? Per il Force era causato dalla presenza di Nikel nel bracciale, Nikel che è stato decisamente ridotto nel Surge, operazione che forse non ha completamente eliminato il problema. Devo dire che avendolo usato per una quindicina di giorni, togliendolo solo per ricaricarlo e, visto l’impietoso clima di questo luglio, usandolo anche durante le docce giornaliere, non ho mai riscontrato problemi cutanei. Forse l’unico appunto, rilevabile però solo quando fa molto caldo, è che i Led per il rilevamento del battito cardiaco emanano altro calore, e quindi danno un po’ fastidio quando il clima è afoso. Problema risolvibile però semplicemente disattivando la funzione.
La batteria integrata è ai polimeri di litio e, secondo la società , garantisce fino a sette giorni di autonomia. Attivando una delle funzioni sportive che utilizzano il Gps l’autonomia scende a circa sei ore (il Gps, si sa, richiede molta energia). Il tempo di ricarica è di due ore. Nell’uso reale, tenendo attivato il bluetooth 4.0 a basso consumo per la sincronizzazione per ricevere le notifiche l’autonomia varia a seconda nel numero di notifiche ricevute tra i quattro e i cinque giorni. Abbastanza precisa invece la stima dell’autonomia con GPS attivato. Come abbiamo detto il Surge è prima di tutto un fitness tracker, e automaticamente tiene sotto controllo le attività dell’intera giornata, come i passi effettuati, la distanza percorsa, le calorie bruciate e i piani saliti. Ma il prodotto è indirizzato principalmente a chi fa sport, soprattutto per chi corre, ma non solo. Entrando infatti nella videata di selezione la prima che compare è quella della corsa e successivamente quella chiamata Esercizio sotto la quale sono raggruppati gli altri sport che possono essere monitorati, come camminata in montagna (Hiking), bicicletta, tennis, golf, oppure molte discipline da palestra, come pesi, spinning, yoga, pilates e kickboxing. I collegamenti agli allenamenti sono personalizzabili e sull’orologio ne sono visualizzabili sette, oltre alla corsa che è impostata di default. Selezionando la disciplina che si vuole fare parte il monitoraggio.
Se sono attività all’aperto (come appunto la corsa o il trekking in montagna) si attiva anche il Gps e il rilevamento in continuo del battito cardiaco, altrimenti se è un’attività da svolgere a casa o in palestra il Gps rimase escluso. A questo proposito, nei test ho notato che l’aggancio dei satelliti è molto veloce, mentre per esempio con il Garmin vivoactive (leggi la prova qui) richiede anche uno o due minuti. Sembra banale, ma se per esempio si va a correre lo si può fare quasi immediatamente, invece con il Garmin bisogna aspettare che il Gps agganci i satelliti, altrimenti non parte il rilevamento dell’attività .
Sempre facendo un confronto tra i due orologi si nota immediatamente che derivano da società con Dna differenti: Fitbit altamente specializzata negli activity tracker e Garmin che da anni produce prodotti per lo sport. La personalizzazione delle visualizzazioni dei dati sull’orologio di Garmin, con la possibilità di aggiungere nuove tabelle sviluppate anche dagli utenti, è molto utile, mentre con il Fitbit la visualizzazione dei dati sull’orologio è abbastanza essenziale. Grazie al Gps entrambi i prodotti sono molto precisi nella rilevazione di tempi e distanze, anche se il Surge rileva meglio le differenze di altitudine grazie alla presenza dell’altimetro digitale integrato. Inoltre il Suge, grazie al rilevamento del battito cardiaco integrato nell’orologio non obbliga a dotarsi dell’apposita fascia che, pur essendo sicuramente più precisa è anche decisamente più scomoda da portare quando si fanno attività sportive. Il Surge ha anche le funzioni di notifica, ma sempre facendo il confronto con il vivoactive, è decisamente limitato: il Garmin può riceve tutte le notifiche dei programmi presenti sullo smartphone mentre il nuovo Fitbit fornisce solo le indicazioni della chiamata in arrivo e degli Sms (leggibili sullo schermo). È anche possibile controllare la musica (play-stop, traccia avanti e indietro, volume audio), funzione utilissima con i telefoni Android e un po’ meno con gli iPhone che hanno questi controlli sul cavo della cuffia.
È possibile cambiare il quadrante dell’orologio, ma anche in questo caso il confronto con il vivoactive è impari: solo quattro watchface contro le decine e decine presenti per l’orologio di Garmin, sviluppate dalla stessa azienda o dagli utilizzatori. Devo dire comunque che non è sicuramente questa una delle opzioni che può determinare la scelta di un orologio con funzioni per lo sport: ben più importanti sono la precisione, i dati forniti e la velocità di aggancio dei satelliti del Gps. Però, nell’uso di tutti i giorni è anche bello poter cambiare visualizzazione del quadrante.
Molto interessante l’analisi della qualità del sonno: grazie anche al monitoraggio del battito cardiaco il Surge riesce a dirci esattamente quanto e come abbiamo dormito, segnalandoci le ore reali di sonno intenso e quelle meno riposanti di sonno agitato. Poco da dire sulla visualizzazione dei dati. Fitbit ha creato un ecosistema ben fruibile. Sia l’app per iOS, Android e Windows Phone (è uno dei pochi prodotti con un’applicazione per questo sistema operativo per smartphone), sia la visualizzazione via Web sono ben fatte e in grado di fornire tutte le indicazioni sull’attività sportiva svolta.
Cosa mi è piaciuto
– Ottima visualizzazione in qualsiasi condizione di luce
– Aggancio dei satelliti molto rapido
– Precisione del tracciamento
Cosa non mi è piaciuto
– Poca personalizzazione possibile
– Scarse notifiche
– Prezzo un po’ elevato
La prova pratica
Ho provato il Fitbit Surge in vari trekking in montagna. Dico subito che il prodotto non mi ha entusiasmato e ha evidenziato lati deboli per questa specialità . Quello che colpisce negativamente del Surge è che ha a bordo tutti gli strumenti per fornire precise indicazioni per chi va in montagna e poi non li usa. Oltre ai vari giroscopi ha il sensore altimetrico/barometrico, ma poi non ti dice a che altezza sei, non ti da il grafico delle altitudini ma alla fine ti dice solo quanti “piani” hai fatto durante la giornata. Ma scherziamo? Io ho attivato proprio la funzione Hiking (escursionismo) specifica per le gite e le scalate e voglio sapere esattamente quanto metri ho fatto in salita e in discesa, non quanti piani di scale ho percorso. Devo dire che avendo il Surge tutto l’hardware importante già a bordo è solo un problema software che, con un po’ di buona volontà da parte di Fitbit si potrebbe risolvere. Purtroppo, rispetto a Garmin il software del Fitbit è solo proprietario per cui non è personalizzabile dagli utenti e non si possono aggiungere tabelle di dati ai campi prefissati dal produttore. Buona invece l’autonomia fornita dall’oggetto con il Gps attivo: con l’orologio completamente carico e facendo la ferrata del Sentiero dei fiori sopra il Passo del Tonale ho acceso il Gps alle 9.30 e l’ho spento alle 16.30 (quindi sette ore di utilizzo) e la batteria era al 3%. Nel manuale viene detto che l’autonomia con Gps attivo è di cinque ore.
Molto interessante anche la rilevazione in tempo reale del battito cardiaco che non impone di indossare la scomoda fascia toracica (quando sali sui monti e sei sotto sforzo e cominci a sudare la fascia da fastidio). I dati rilevati non sono precisissimi ma comunque sono indicativi. L’unica cosa che ho notato è che ogni tanto perde il rilevamento.
Comunque, in mio giudizio complessivo su Surge è che si tratta di un buon prodotto per l’attività fisica di base (activity tracker giornaliera) e per i runner. Potrebbe dare molto anche per chi ama la montagna ma per ora il software è assolutamente insufficiente.