Anche lo smaltimento – e il relativo recupero – di materiali e sostanze contenute negli apparecchi elettronici e le sue singole parti, è una sfida non indifferente, soprattutto per evitare che alla conclusione della sua vita utile, la tecnologia possa diventare un grave problema ambientale: e le batterie di smartphone e tablet non fanno eccezione al riguardo, considerando come nelle stesse si trovano litio e cobalto.
Per evitare che questi metalli possano finire dispersi nell’ecosistema, presso l’Università della Florida del Sud, dei ricercatori hanno trovato il modo di riciclare le batterie in modo rispettoso dell’ambiente: in sostanza, il processo di recupero dei materiali avviene attraverso il coinvolgimento di tre funghi di dimensioni microscopiche, che si trovano in natura, i quali sono davvero capaci di estrarre il cobalto e il litio dalle batterie.
Dopo aver preso atto della crescente diffusione di dispositivi mobile, per la cui alimentazione è necessario impiegare batterie ricaricabili, i ricercatori si sono posti un quesito: evitare che lo smaltimento delle fonti energetiche di questi device potesse avere importanti conseguenze per l’ambiente, considerando anche il sempre più elevato livello della domanda di litio, che non è più possibile soddisfare con l’attività estrattiva.
I ricercatori, dopo aver individuato tre funghi che già in passato si erano distinti per saper estrarre metalli da rifiuti di altro genere, hanno ridotto in polvere le batterie al litio, dando i risultati di questa operazione all’Aspergillus niger, Penicillium simplicissimum e Penicillium chrysogenum, i quali, sono riusciti a recuperare l’85 percento del litio presente nella polvere e il 48 percento del cobalto, usando degli acidi organici per l’estrazione.
La prossima sfida, per il team di ricerca, è estrarre dagli acidi prodotti dai funghi i due preziosi metalli: ci riusciranno?