Ecco la seconda versione del dispositivo a metà strada tra tablet e smartphone; un terminale non per tutti, ma che sfiora la perfezione nel suo ambito.
Anteprima di Simone Zanardi
Quando lo scorso anno Samsung introdusse il primo Galaxy Note (potete trovarne la recensione completa sul numero 250 di PC Professionale), il mercato fu colto di sorpresa da un prodotto inedito, dotato di un display enorme per uno smartphone ma non classificabile nemmeno come tablet. In seguito, è stato coniato il termine phablet per questo genere di dispositivi.
Non soddisfatta di stupire sul fronte delle dimensioni, Samsung (re)introdusse con il Note uno strumento che molti davano per disperso: lo stilo, come metodo di input alternativo alla digitazione tattile lanciata da iPhone. L’S Pen, questo il nome scelto da Samsung per il suo stilo, rendeva il Note ancora più eccentrico rispetto alla concorrenza.
A dispetto delle perplessità di molti addetti ai lavori, incluso il sottoscritto, il primo Note ha ottenuto un successo conclamato sul mercato e a distanza di circa un anno Samsung è pronta a rilanciare con il Note II, un dispositivo che riprende in toto la filosofia del suo predecessore ma affina tutti gli aspetti, a partire proprio dall’interazione con il pennino.
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Se si parla di hardware, il nuovo Note II integra quanto di meglio si possa trovare sul mercato a livello di componentistica: processore a quadruplo core e ben 2 gigabyte di memoria Ram. Lo storage integrato ammonta a 16 GB ma può essere espanso tramite schede Micro Sd, mentre i display è un Super Amoled Hd con risoluzione di 1.280 x 720 pixel e protezione Corning Gorilla Glass di seconda generazione. Ritornano anche tutti gli apparati di connessione e i sensori già presenti nel modello di prima generazione. La fotocamera principale è la stessa del Galaxy S III: per una disamina dettagliata vi rimandiamo alla recensione di quest’ultimo apparsa sul numero di Novembre.
Nonostante la diagonale del display cresca ancora (5,5 pollici), il Note II risulta più maneggevole del suo predecessore: è più stretto e alto, montando un pannello widescreen, leggermente più pesante (solo 5 grammi in più) ma anche più sottile. Il telaio ricorda quello del Galaxy S III, e nel complesso il form factor ci ha convinto di più rispetto a quello del Note originale.
Resta qualche perplessità sui materiali (buone plastiche, ma nulla a che fare con alcuni terminali top offerti da Apple, Htc e Motorola) e chiaramente sugli ingombri che non posso essere certo sottovalutati. Il Note II resta un prodotto da “toccare con mano” prima di procedere all’acquisto.
A tal proposito, è importante segnalare come al di là di un prezzo di listino non certo indifferente (699 euro), il Note II è già reperibile a cifre molto inferiori, anche sotto i 500 euro nel caso delle offerte più estreme. Sul fronte delle prestazioni, i benchmark a cui abbiamo sottoposto l’unità hanno registrato valori di primo piano, non solo raddoppiando di fatto le performance rispetto al primo Note, ma superando anche il Galaxy S III. Grazie alla capiente batteria da 3.100 mAh, inoltre, il Note II arriva a fine giornata senza nessun problema anche in caso di utilizzo intenso: un risultato davvero notevole considerando le dimensioni del display.
L’S Pen contraddistingue il Note su tutta la concorrenza, ancor più del form factor. Samsung è riuscita a migliorare ulteriormente l’interazione con lo stilo, introducendo un nuovo sistema di rilevamento della pressione (utile soprattutto nelle applicazioni di disegno a mano libera) e una maggior precisione nella corrispondenza tra punto di tocco e tratto disegnato a schermo. È anche possibile indicare al terminale la propria mano dominante per ottimizzare la resa del pennino.
Come nella prima versione, l’S Pen è munito di un piccolo pulsante facilmente raggiungibile, attraverso cui si possono richiamare applicazioni, attivare funzioni alternative e catturare schermate del terminale per poi sovrapporci annotazioni e commenti.
Il software di elezione per l’utilizzo dello stilo è chiaramente S Note: oltre a consentire il disegno a mano libera sfruttando un’ampia gamma di penne e pennelli, la piattaforma permette di comporre note con testo normale, immagini e tratti a mano, fornendo anche una serie di template predefiniti per facilitare la creazione di nuove note. In alternativa alla tastiera è anche presente un sistema di riconoscimento della scrittura, che nel corso dei nostri test si è rivelato abbastanza preciso ed affidabile. È utilizzabile non solo all’interno di S Note ma anche nelle applicazioni di terze parti come i client di posta elettronica e il browser Web. Oltre alle applicazioni dedicate allo stilo, Note II offre alcune funzioni che già erano stato introdotte sul Galaxy S III; tra di esse, ricordiamo la modalità di visualizzazione video in finestra, comoda per riprodurre un filmato mentre si è alle prese con altre applicazioni. Torna anche S Voice, da molti definita la risposta di Samsung a Siri di iPhone; confermiamo che entrambi i sistemi di interazione vocale offrono una discreta alternativa agli input tradizionali, ma nel complesso sono ancora lungi da poter definirsi maturi per un uso quotidiano in sostituzione della tastiera.
Sul grande schermo del Note II spicca poi la possibilità di utilizzare due applicazioni in modalità split-screen, ovvero dividendo lo schermo in due. Si tratta di una soluzione molto comoda e che da un certo punto di vista avvicina l’utilizzo del terminale a quello dei personal computer. A prima vista potrebbe sembrare una opzione più indicata ai tablet che agli smartphone, ma vista la natura ibrida del dispositivo in prova, ci sentiamo di promuoverla a pieni voti.
Ricordiamo infine le opzioni per semplificare l’utilizzo del terminale con una sola mano: essenzialmente consentono di spostare la posizione di tastiera telefonica, tastiera regolare e calcolatrice in modo da rendere più semplice l’interazione con il dispositivo nonostante la diagonale del pannello. In definitiva, il Note II rappresenta un deciso miglioramento rispetto al suo già ottimo predecessore. L’hardware è quanto di meglio si possa chiedere a un terminale di questa fascia, l’autonomia gli permette di sedere a pieno diritto a metà strada tra smartphone e tablet, mentre il software di Samsung esalta il formato e l’S Pen ancor più che nel Note di prima generazione. Anche il prezzo reale a cui si può trovare il Note è nel complesso equilibrato: servono più di 500 euro, ma al contempo si acquista un dispositivo che oggi rappresenta il non plus ultra all’interno della particolarissima categoria dei phablet.