Non credete a chi vi dice che le tastiere sono tutte uguali. Sebbene il principale strumento che utilizziamo giornalmente per interfacciarci con i sistemi informatici sia ben codificato all’interno di standard che specificano numero, dimensioni e disposizione dei tasti, esistono soluzioni molto diverse tra loro sul mercato. Le differenze in questo caso si notano soprattutto al tocco e nell’utilizzo in quanto riguardano la tecnologia impiegata per la costruzione dei tasti, il software per la gestione e specifiche scelte tecniche adottate per soddisfare esigenze e gusti di un’ampia platea di utenti. In questo articolo ci concentriamo sulle tastiere meccaniche che negli ultimi anni sono tornate in auge grazie al loro impiego sempre più diffuso all’interno della categoria dei videogiocatori.
Sono, infatti, questi utenti quelli con esigenze particolari e anche quelli più propensi a spendere per acquistare periferiche con caratteristiche specifiche. Le tastiere per giocare devono essere molto precise e al tempo stesso resistenti, devono permettere la personalizzazione della mappatura dei tasti, consentire la gestione e l’utilizzo di macro e adattarsi alle caratteristiche di tocco del giocatore. Quando si sceglie una tastiera per giocare bisogna cercare e trovare quella che più si adatta alle proprie mani, esattamente come fanno le persone che di professione scrivono tutto il giorno e in modo non molto dissimile da come si farebbe anche con uno strumento musicale. Digitare su una tastiera troppo dura o troppo morbida può portare a errori di battitura e stancare eccessivamente le mani nell’arco di poche decine di minuti, figuriamoci dopo ore di utilizzo continuato. In effetti le prestazioni di battitura possono cambiare molto e nel caso dei giocatori questo si traduce in differenze sensibili nei tempi di reazione o nella difficoltà di accedere in modo comodo a complesse combinazioni di tasti in successione.
Per questo motivo abbiamo provato per voi sei tastiere da gioco con l’intento di fornirvi un’indicazione delle funzioni e del feeling che offrono, ma soprattutto per darvi le basi necessarie a comprendere le differenze costruttive tra i diversi prodotti in commercio. Purtroppo, come abbiamo detto, le tastiere vanno provate con mano e questo è senza dubbio il problema principale con cui ci si scontra quando si pensa all’acquisto di questa periferica. I punti vendita che permettono di provarle sono davvero pochi e anche quando si è molto fortunati le condizioni di test non sono mai ottimali.
Ma perché oggi le tastiere meccaniche sono tornate così di moda?
Mentre la tecnologia si sposta verso periferiche sempre più compatte, sottili e impalpabili – pensate alle tastiere virtuali dei tablet e degli smartphone – ci siamo accorti che la vecchia tecnologia meccanica è in grado di restituirci qualcosa che con il tempo abbiamo perso o quantomeno sottovalutato: precisione e percezione. Dal punto di vista della precisione il sistema di costruzione degli attuatori meccanici permette di ottenere tasti con un punto di attivazione ben definito, mentre dal punto di vista della percezione i “vecchi” tasti permettono di trasmettere alle nostre mani quelle vibrazioni necessarie per avere un riscontro tattile e non solo visivo alle nostre azioni. Per chi non ha avuto modo di provare una vecchia IBM Enhanced Keyboard, la progenitrice di tutte le moderne tastiere meccaniche, questi discorsi potrebbero sembrare fuori da ogni logica, ma vi assicuro che dopo aver provato una vecchia o una nuova tastiera meccanica potreste facilmente decidere di volerne una tutta per voi.
Le tastiere a membrana sono le più diffuse in commercio. Sostanzialmente queste periferiche sono realizzate con due membrane che sotto pressione entrano in contatto, chiudono un circuito e trasmettono un segnale al computer. I tasti di queste periferiche hanno solo due posizioni possibili: su e giù, senza vie di mezzo in quanto il segnale è registrato nel momento in cui il circuito viene chiuso, ovvero quando il tasto è a fine corsa. Nelle tastiere meccaniche, invece, l’attivazione del segnale avviene a metà corsa e grazie alla scelta di diverse tipologie di molle e meccanismi per la costruzione dell’attuatore è possibile realizzare tasti che al tocco risultano anche molto diversi tra loro. Ovviamente entrambe le tecnologie hanno pro e contro: le tecnologia a membrana permette di realizzare tastiere molto sottili – pensate alla Apple Keyboard – che sarebbero impossibili da costruire con la tecnologia meccanica; ancora, sono molto più silenziose proprio per l’assenza di meccanismi veri e propri, se non si considera il sistema di guide a forbice o a farfalla utilizzato per stabilizzare la corsa del tasto durante la pressione.
Le tastiere meccaniche offrono maggiore precisione, maggiori possibilità di personalizzazione e una maggiore durata nel tempo; una tastiera a membrana ha una vita media di circa 10 milioni di pressioni per tasto (ma questi non possono essere sostituiti singolarmente), mentre una tasto meccanico ha una vita media che varia da 50 a 60 milioni di battute. La maggiore possibilità di regolare il movimento dei tasti meccanici permette inoltre di realizzare periferiche che si adattano sia a chi ha una battitura decisa e pesante sia a chi ha un battitura più leggera e veloce. Le tastiere meccaniche, per la loro maggiore complessità costruttiva, hanno tuttavia un costo maggiore: per un modello di bassa qualità servono almeno 20 euro, ma di media un prodotto di qualità ha un costo che varia in una forbice tra i 50 e i 200 euro. Le tastiere a membrana hanno un costo di partenza di pochi euro e raramente superano i 50 euro (salvo modelli di brand molto conosciuti dove spesso si paga più per le funzionalità aggiuntive piuttosto che per la maggiore qualità dell’hardware).
A questo punto non resta che passare alla prova sul campo, ricordandovi che l’unico vero modo per comprendere la differenza tra una tastiera a membrana e una di tipo meccanico consiste in una prova diretta; solo così potrete verificare con mano qual è la periferica che meglio si adatta alle vostre mani e al tipo di utilizzo che ne farete.
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