I PC desktop e (soprattutto) laptop in via di commercializzazione nei prossimi anni dovrebbero garantire un’efficienza energetica senza precedenti. Intel ha aperto la strada con Lakefield, le CPU ibride che solo ora cominciano a essere utilizzate per i sistemi con form factor “innovativi”, e adesso anche AMD sembra voler essere della partita.
Stando a un nuovo brevetto registrato presso l’Ufficio Brevetti statunitense (US10698472), infatti, l’azienda di Santa Clara vorrebbe realizzare un design di CPU basata sui principi del “computing ibrido”. Ovvero un’unità di calcolo che accorpa due diversi processori: uno ad alte prestazioni e funzionalità, l’altro a basse prestazioni ma in grado di eseguire task non troppo impegnativi in maniera molto efficiente.
Quando il processore ad alte prestazioni è sotto-utilizzato, recita il brevetto di AMD, il sistema di calcolo eterogeneo effettua la transizione alla modalità a basso consumo energetico passando il task al processore a basse prestazioni. In seguito, se tale unità di basso profilo viene stressata troppo, il sistema riporta l’esecuzione del task sull’unità più potente.
Il design di AMD è molto simile a quello impiegato da Intel per Lakefield, una CPU in cui quattro core Tremont a 10nm si occupano dei task a basso consumo energetico e un processore Sunny Cove (22nm) rappresenta l’unità di calcolo ad alte prestazioni. La prima azienda ad adottare, anni fa, un approccio ibrido al computing è stata ARM, con le sue unità SoC per gadget mobile basate su design big.LITTLE.
Com’è ovvio, il fatto che AMD abbia fatto richiesta di un brevetto non significa necessariamente che tale brevetto diverrà poi un prodotto commerciale fatto e finito. Nondimeno, se tre indizi fanno una prova, grazie agli sforzi di ARM, Intel e (ora) AMD i dispositivi elettronici del prossimo futuro promettono meraviglie sul fronte del risparmio energetico.