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Kodi: il centro dell’intrattenimento

Redazione | 19 Maggio 2015

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È il nuovo nome di Xbmc, un progetto antico che ha saputo evolversi nel tempo, mantenendo un’ottima dotazione di funzioni […]

È il nuovo nome di Xbmc, un progetto antico che ha saputo evolversi nel tempo, mantenendo un’ottima dotazione di funzioni e un seguito fedele.

di Dario Orlandi
Il media center è una delle grandi promesse del settore informatico, ma fino a oggi è stata mantenuta solo in parte. Microsoft ha scommesso su questo settore in anticipo sui tempi, salvo poi abbandonare il progetto, ma molti altri sviluppatori hanno creato sistemi multimediali basati sul Pc, con caratteristiche sempre più avanzate. Uno dei progetti più maturi in questo ambito è Xbmc (Xbox Media Center), pensato originariamente per essere installato sulle console Xbox di prima generazione. La sua prima release risale al 2002, e naturalmente si è evoluto nel corso degli anni; si è spostato sulla piattaforma Pc e poi ha raggiunto altre architetture hardware, come i computer “single board” Raspberry Pi e i set-top box basati su Android.

Il richiamo a Xbox contenuto nel nome Xbmc era obsoleto ormai da tempo, e gli sviluppatori hanno deciso di rinominare il progetto. La nuova denominazione è Kodi, ma è stata mantenuta la numerazione precedente: la prima release è Kodi 14. Oltre ad aver segnato il cambio di nome, la nuova versione (nome in codice Helix) ha introdotto il supporto per i codec h.265 e VP9; la decodifica assistita dall’hardware per questi formati è però ancora all’inizio, e quindi i sistemi più economici potrebbero non garantire la potenza di calcolo necessaria per effettuare la decodifica via software.

Ogni vista sull'archivio multimediale può essere modificata scegliendo l'impostazione che si ritiene più adatta tra le molte varianti disponibili.

Ogni vista sull’archivio multimediale può essere modificata scegliendo l’impostazione che si ritiene più adatta tra le molte varianti disponibili.

Kodi è un progetto open source e il suo eseguibile può essere scaricato gratuitamente; come abbiamo già  accennato, è disponibile per molte architetture hardware e software. Sul sito del progetto, www.kodi.tv, si possono trovare i pacchetti per Windows, OS X, Android, e istruzioni dettagliate per installare il media center su Linux, iOS (solo jailbroken), Apple TV e Raspberry PI. Come la maggior parte dei media center, Kodi è pensato per essere installato su un computer dedicato soltanto a questa funzione, da posizionare in salotto e connettere al televisore di casa. Rispetto al passato i sistemi compatti sono molto più silenziosi, economici e poco esigenti in termini di consumi energetici: collocare un piccolo computer a fianco del televisore è più che mai una soluzione realistica e poco costosa.

I media center tradizionali devono però subire la concorrenza dei set top box dedicati allo streaming, come Popcorn Hour o Wdtv di Western Digital, e delle funzioni smart dei televisori più avanzati. Nel mercato attuale sembra esserci posto per varie soluzioni; come vedremo, i media center (e in particolare Kodi) offrono una flessibilità  e un’espandibilità  ineguagliabile, ma richiedono molta più dedizione nella configurazione e nell’organizzazione dei contenuti, specialmente nella fase di impostazione iniziale.

Grazie al suo codice aperto e liberamente utilizzabile, Kodi ha dato origine a una intera famiglia di prodotti: MediaPortal, Plex e Boxee sono tutti partiti dal codice di Xbmc, anche se poi hanno proseguito il loro sviluppo seguendo strade diverse e originali. Kodi può essere installato su un computer già  funzionante, dotato di sistema operativo (Windows, Linux o OS X); oppure si può partire da un hardware vergine, grazie a OS specializzati come KodiBuntu o OpenElec, che integrano in un’unica installazione la distribuzione Linux e l’ambiente Kodi. L’installazione è piuttosto semplice, mentre la configurazione può essere molto più lunga: non tanto perché Kodi richieda impostazioni complesse per funzionare a dovere, quanto perché le opzioni di personalizzazione sono un’infinità , ed è molto probabile che si ritorni più volte sulla configurazione iniziale, per modificare qualche dettaglio, aggiungere nuove funzioni o per variarne l’aspetto. L’architettura del programma, infatti, è totalmente modulare: come vedremo, si possono scaricare e installare add-on per modificare moltissimi aspetti dell’interfaccia o incrementare la dotazione di funzioni.

L'aspetto (e in parte le funzioni) di Kodi possono essere rivoluzionati cambiando skin: alcune offrono una qualità  e un'ergonomia elevatissime.

L’aspetto (e in parte le funzioni) di Kodi possono essere rivoluzionati cambiando skin: alcune offrono una qualità  e un’ergonomia elevatissime.

Ma le prime configurazioni sono molto più basilari: Kodi è essenzialmente un player multimediale, capace di gestire varie tipologie di contenuti. Fotografie, musica, film, serie tv e videoclip sono le categorie predefinite, a cui se ne possono aggiungere altre. Il menu principale mostra anche una pagina dedicata alla situazione meteorologica ed espone il supporto live Tv, una novità  piuttosto recente (è stata inserita dalla versione 12). Al contrario di altri media center, come MediaPortal, MythTV o il vecchio Windows Media Center, Kodi non gestisce direttamente i segnali provenienti dalle schede tv integrate nel computer. Offre invece un’interfaccia per controllare provider di vario genere: server basati su altri software di visualizzazione e registrazione (il già  citato MediaPortal, DVBViewer e molti altri), oppure decoder Sat e Dvb-T con firmware Enigma 2, come per esempio i sistemi Dreambox e Vu+.

Quest’architettura garantisce un’ottima flessibilità  e supporta anche installazioni molto complesse, ma d’altro canto rende la configurazione più laboriosa, e rallenta la risposta dell’interfaccia durante l’uso. Allo stato attuale dello sviluppo, e con le configurazioni che abbiamo potuto testare, il supporto live Tv ci è parso più adatto alla pianificazione delle registrazioni che alla visione in tempo reale. Tutte le altre sorgenti, invece, vengono gestite senza alcuna incertezza. Kodi supporta l’accesso ai file multimediali distribuiti in rete locale: basta configurare una o più cartelle sorgente, indicare la tipologia di contenuto ed eventualmente inserire le credenziali d’accesso (per esempio se si trovano su un server o in una condivisione di rete). Kodi basa l’importazione sugli scraper: sono script che analizzano i file, riconoscono i contenuti e scaricano ulteriori informazioni da numerose fonti presenti su Internet. Nel caso di un film, per esempio, partono dal nome del file per individuare il titolo su archivi Internet come Imdb, recuperano moltissimi metadati (regista, attori, sinossi, anno di produzione e così via) e poi scaricano vari contenuti aggiuntivi, come locandine, immagini di anteprima e le cosiddette fanart, illustrazioni di alta qualità  generalmente utilizzate come sfondo dell’interfaccia.

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