iPod nano, sesta generazione
L’iPod nano di sesta generazione è un prodotto controverso. Chi non conosce le versioni precedenti – in particolare quella dello scorso anno – ne rimarrà quasi sicuramente favorevolmente impressionato: è un ottimo player audio, è colorato, piccolo e leggero (misura 37,5 x 40,9 mm ai lati, lo spessore è di 8,78 mm e il peso è di 21,1 grammi), ha uno chà¢ssis in vetro e alluminio con clip integrata per l’aggancio agli indumenti, un bel display a colori, un’interfaccia utente Multi-Touch familiare a chi già usa un iPhone o un iPod touch e include radio Fm, pedometro e una batteria ricaricabile di eccezionale durata (fino a 24 ore secondo Apple, ma diverse di più nella realtà ). In più, se abbinato a un cinturino ad hoc, si trasforma in un orologio da polso molto trendy, che siamo certi sarà una delle principali attrattive del prodotto per i più giovani.
Chi, invece, ha seguito l’evoluzione del gioiellino di Apple (l’iPod più venduto di sempre) dalla data del suo lancio iniziale – il 7 settembre 2005 – fino ai giorni nostri potrebbe rimanere un po’ perplesso, a cominciare dal radicale mutamento del design: non fosse per il display, il nuovo nano per forma e dimensioni sembra più il fratello maggiore dello shuffle. Poi, soprattutto, per quello che è stato omesso o compromesso rispetto al modello di quinta generazione. In ordine d’importanza, la mancanza più grave è l’incapacità di registrare e riprodurre video, sia per l’assenza della videocamera sia per le dimensioni del display Tft : solo 1,54 pollici di diagonale, con risoluzione di 240 x 240 pixel e densità di 220 pixel per pollice. Per lo stesso motivo, e nonostante l’ottima qualità d’immagine, visualizzare fotografie è un’esperienza certamente non esaltante e, a causa dell’aspect ratio 1:1 del display, tutte le immagini sono riprodotte in letterbox e sono minuscole quanto francobolli. L’elenco degli omissis rispetto al modello dello scorso anno non finisce qui. Oltre agli speaker integrati, è scomparso anche il microfono e così la registrazione di appunti vocali – funzione ancora supportata – è subordinata all’acquisto di una coppia di auricolari con microfono integrato (come quelli dell’iPhone), visto che quelli forniti in dotazione ne sono privi. Navigando il menu del lettore ci si accorge dell’assenza di tanti extra: avvisi, calendari, ore locali, rubrica indirizzi, giochi e note sono scomparsi, così come la modalità di visualizzazione Cover Flow della libreria musicale e la funzione di ricerca.
Con un cinturino ad hoc (nella foto, la linea Rock Band di iLoveHandles) l’iPod nano diventa un coloratissimo orologio da polso.
Tutte queste rinunce sono compensate dalla nuova interfaccia Multi-Touch simil iOS? La risposta secca è no: anche se l’interfaccia è molto piacevole e ben realizzata, le dimensioni dello schermo sono troppo piccole per consentirne un uso sempre agevole, soprattutto a un adulto. Al di là dei gesti più semplici eseguibili con un solo dito, l’unico gesto effettivamente Multi-Touch effettuabile con due dita è la rotazione dello schermo a passi di 90 gradi, utile quando il lettore è agganciato agli abiti ed è orientato in modo errato. La mancanza del tasto Home per tornare rapidamente al menu principale (ripartito su quattro schermate consecutive) impone, a seconda dei casi, di sfiorare a destra o a sinistra oppure di mantenere premuto un punto vuoto dello schermo, ma non un’icona o un controllo, e non è sempre facile riuscirci. Consultare lunghi elenchi di album, playlist e brani richiede di scorrere la minuscola barra alfanumerica laterale o di sfiorare ripetutamente lo schermo verso l’alto o il basso, perché il display non visualizza più di quattro voci complete.
Tutto ciò non deve indurre a ritenere il nuovo iPod nano un cattivo prodotto. Svolge ottimamente la sua funzione principale, riprodurre musica, e ha una batteria di eccezionale durata, una buona radio Fm e il pedometro per gli amanti del fitness. Ma l’adozione di un’interfaccia tattile con un display di dimensioni così piccole, con tutte le rinunce che ciò ha comportato e le piccole asperità nell’uso pratico, non riesce a convincerci del tutto.