In commercio Apple propone due distinti modelli di Mac Mini, che si differenziano per la dotazione iniziale e per le possibilità di personalizzazione. Il primo modello, proposto a un prezzo di 604 euro, utilizza un processore Intel Core i5 2410M da 2,3 GHz con Turbo a 2,9 GHz, un modello dual core dotato di hyperthreading, 2 Gbyte di memoria e un disco da 500 Gbyte operante a 5.400 giri al minuto. La grafica è affidata alla sezione integrata nel processore Intel, conosciuta formalmente come HD 3000.
Le prestazioni attese da questo modello sono buone per quanto riguarda il calcolo puro, ma il disco (piuttosto lento) e la grafica scadente lo rendono inadatto per operazioni di produttività avanzata e per il gioco tridimensionale. In opzione questo modello può espandere la memoria a 4 o 8 Gbyte e il disco rigido a un più performante modello da 750 Gbyte a 7.200 giri al minuto. Il prezzo, con questi pochi aggiornamenti, supera però facilmente quello del modello più avanzato avvicinandosi pericolosamente a quello di un sistema completo iMac.
Proprio il modello di fascia più alta, venduto a 806 euro, è quello che abbiamo analizzato nel dettaglio e valutato dal punto di vista prestazionale. Il prodotto è dotato di un processore Core i5 2520M dual core con hyperthreading da 2,5 GHz e Turbo fissato a 3,2 GHz, che garantisce prestazioni molto buone in ogni ambito. In opzione è disponibile un Core i7 2620M, che offre 2,7 GHz di base e ben 2,4 GHz quando lavora in modalità Turbo.
La memoria base è di quattro Gbyte, espandibile a otto in fase di ordine del prodotto, mentre per quanto riguarda la grafica troviamo un chip discreto di produzione AMD: una Radeon HD6630 con 256 Mbyte di memoria dedicata. Per quanto riguarda il disco, identico a quello montato sul modello base, cambiano solo le opzioni di upgrade: oltre alla versione da 750 Gbyte a 7.200 rpm è possibile montare (da solo o in aggiunta) un Ssd da 256 Gbyte, seppur con un sovraprezzo quasi proibitivo. Le prestazioni, paragonate al modello di precedente generazione, sono eccellenti. In ogni ambito, dal calcolo puro, alla gestione e ritocco fotografico, alla conversione video e al render tridimensionale i numeri mostrano incrementi davvero consistenti. In più di un occasione i nostri test mostrano prestazioni doppie rispetto al modello rilasciato solo 12 mesi prima. Dal punto di vista grafico i progressi sono evidenti, ma la scheda non è ancora a livelli tali da permettere un gioco tridimensionale fluido con ogni titolo, ma risulta allineata o superiore alla grande maggioranza di quelle presenti nei notebook con prezzi similari. Da segnalare un peggioramento rispetto al passato: i nuovi componenti, seppur parchi nei consumi in senso assoluto, sono più assetati di energia: il sistema a riposo consuma mediamente 20 watt, mentre a pieno carico arriva quasi a 70 watt.
Il retro è completamente occupato dalle connessioni con l’esterno. Peccato per l’assenza, oltre che del lettore Dvd, anche di Usb 3.0.
L’estetica e le prestazioni, punti di forza del prodotto, si scontrano però con alcuni difetti evidenti. Il prezzo è probabilmente quello più evidente: senza scomodarsi a cercare produttori alternativi (nettamente più economici) Mac Mini ha dei seri concorrenti già in casa: i sistemi iMac o MacBook Pro hanno infatti un punto d’attacco di poche centinaia di euro superiori, ma offrono decisamente di più. Dotare Mac Mini di componenti simili al modello iMac base o al MacBook Pro da 13 pollici, oltre che di mouse e tastiera (non presenti nella confezione) avvicina pericolosamente il prezzo dei due sistemi senza nemmeno considerare il costo di uno schermo. In più ogni iMac ha processori almeno quad core, mentre anche il top di gamma Mini adotta solo dual core.
Il Mac Mini soffre anche di altre mancanze tipiche dei nuovi sistemi Apple: la connessione Usb 3.0 su tutte, ma anche l’assenza di un sintonizzatore Tv (piuttosto interessante su un sistema posizionabile anche in salotto vicino al televisore). Lo scorso anno avevamo già sottolineato come il prezzo fosse il punto negativo del progetto, augurandoci anche che, con questo aggiornamento, Apple avrebbe rivisto la cosa. Così non è stato, motivo per cui le argomentazioni di 12 mesi fa, che ci portavano a ritenere il rapporto prezzo/prestazioni poco vantaggioso, restano più che valide.