La nuova release di Music Maker punta all’immediatezza d’uso e alla semplicità di condivisione sul Web e con altre applicazioni MAGIX.
Anteprima di Daniele Marino
Articolo tratto da PC Professionale 250 di gennaio 2012
MAGIX è da sempre sinonimo di produzione semplice audio e video. All’interno della sua vasta gamma di prodotti, uno dei posti d’onore è occupato da Music Maker, la Daw (Digital Audio Workstation) nata per soddisfare le esigenze di hobbisti della musica ma cresciuta nel tempo fino ad includere molte funzionalità proprie di pacchetti di livello ben più alto. L’ultima evoluzione del programma, come molti altri prodotti MAGIX di quest’anno, è caratterizzata dalla sigla MX, che sta per Media-X-change, e dall’abbandono della numerazione tradizionale (arrivata l’anno scorso al numero 17). Le caratteristiche peculiari di questa rinnovata famiglia sono la possibilità di interazione tra i diversi software e la pubblicazione istantanea su Internet (social network e cloud) dei lavori realizzati. Music Maker MX è disponibile in tre edizioni: standard, Premium (caratterizzata da un maggior numero di loop e strumenti virtuali) e Control, che include il set completo di strumenti virtuali, l’intera libreria di suoni e loop MAGIX (intorno ai 10.000 in totale) e una tastiera Midi Usb con 49 tasti. Abbiamo provato in redazione l’edizione Premium.
L’Easy Mode che accoglie l’utente è una modalità di lavoro fin troppo semplificata, e finisce per rendere difficile realizzare anche molte delle operazioni più comuni.
Come in passato, l’impatto con Music Maker è assai amichevole, almeno a prima vista: il software si apre nel cosiddetto Easy Mode, una modalità di lavoro in cui la maggior parte dei comandi e delle opzioni risulta nascosta agli occhi dell’utente, in nome della semplificazione più assoluta. In realtà quello che si finisce per ottenere è a nostro parere l’effetto opposto: l’Easy Mode è fin troppo minimalista, permette di utilizzare solo un sottoinsieme ristrettissimo delle funzionalità del programma e nel giro di pochi minuti ci si ritrova a chiedersi come attivare alcuni dei comandi più comuni. Per qualunque intervento che vada oltre il trascinamento dei loop nella finestra principale o la registrazione di una nuova traccia attraverso il microfono o uno strumento musicale, bisogna passare alla modalità operativa standard, più simile a quella delle normali Daw sul mercato. La registrazione di nuove tracce si avvale di driver Asio, caratterizzati da tempi di latenza bassissimi. La libreria di loop, visibile nella parte inferiore dello schermo, contiene circa 3.500 tra campioni audio e clip Midi, divisi per generi e strumenti. La dimensione della libreria aumenta per gli utenti dell’edizione Premium: i 2.000 loop aggiuntivi vanno però scaricati da Catooh, lo store multimediale di MAGIX, dopo aver registrato on-line il programma.
Una volta disattivato l’Easy Mode, lavorare con Music Maker risulta semplice e piacevole. La finestra del software è organizzata in modo da mostrare sempre buona parte delle impostazioni disponibili e degli strumenti di lavoro. La fascia centrale presenta alcune informazioni sul brano (punto di riproduzione, bpm, tonalità ) e consente di accedere al metronomo, al mixer, ad un visualizzatore dei livelli audio e al Live Performer: quest’ultima è una console che permette di assegnare ad una zona della tastiera del Pc, per un totale di 16 tasti, altrettante “zone” del brano elaborato. Tali zone possono quindi essere richiamate con rapidità attraverso la pressione del tasto corrispondente.
L’interfaccia standard di Music Maker è molto semplice da padroneggiare. Come si può vedere in figura, tutti i comandi del programma sono disposti in modo chiaro ed intuitivo.
Le singole tracce vengono visualizzate nella parte superiore dello schermo, nella classica vista da sequencer; in quella inferiore si alternano invece i loop, gli strumenti virtuali, gli effetti audio e video (feature di cui parleremo a breve) e il file manager. Il set di strumenti virtuali incluso nell’edizione Premium include una selezione dei sintetizzatori delle serie Revolta e Vita (tra cui basso e chitarra virtuali), oltre ad alcune drum machine e altri tool per creare parti di batteri. Music Maker supporta inoltre le tecnologie Vst e ReWire, rispettivamente per l’utilizzo di plug-in o strumenti di terze parti e per l’interazione con altri pacchetti di produzione multimediale. Per aggiungere alla propria creazione una parte creata con uno strumento virtuale basta trascinare l’icona dello strumento su una delle tracce libere, proprio come se si trattasse di un loop preregistrato. Una volta inserita la parte, basta un clic del mouse modificarla direttamente all’interno dello strumento virtuale corrispondente. Tutto risulta molto intuitivo, anche per chi non ha alcuna esperienza con software di questa categoria.