Un router Wi-Fi certo al di fuori degli schemi per quanto concerne l’estetica. Ma le prestazioni danno ragione alla casa taiwanese che sfrutta 6 antenne per ottimizzare le trasmissioni wireless.
Anteprima di Simone Zanardi
Articolo tratto da PC Professionale 254 di maggio 2012
Non è una scatola di patatine, né uno scalda bevande, ma un router Wi-Fi. Certo, la forma non è quella a cui siamo abituati, ma la sostanza c’è: sei antenne e l’esclusiva tecnologia SmartBeam che punta a “indirizzare” l’efficienza di trasmissione verso i punti dove i terminali wireless sono effettivamente presenti. Il risultato, così dichiara D-Link, è una copertura più ampia rispetto ai classici router Wi-Fi.
Un router eccentrico: la singolare forma del DIR-645 in una visuale dall’alto.
Procediamo con ordine: il nuovo DIR-645 è un router wireless conforme alle specifiche IEEE 802.11n con una velocità massima nominale di 300 Mbps nella banda dei 2,4 GHz. Oltre alle connessioni radio, l’apparato supporta collegamenti via cavo ad alta velocità grazie allo switch Gigabit Ethernet integrato e permette di condividere in rete memorie esterne o stampanti tramite la porta Usb 2.0. Tutti i collegamenti sono predisposti sul lato posteriore del router, mentre frontalmente troviamo quattro led e due pulsanti dedicati rispettivamente all’accensione del dispositivo e alla creazione di un canale sicuro tramite procedura Wps.
Detto delle caratteristiche standard, la peculiarità del DIR-645 sta però nella tecnologia SmartBeam, sviluppata in collaborazione con Ralink e che punta s sfruttare le 6 antenne affogate nel telaio per ottimizzare la ricetrasmissione radio verso i punti da dove proviene effettivo segnale. Si tratta di un’implementazione del principio del beam forming, una tecnica per cui un array di antenne può “orientare” la propria efficienza verso determinate direzioni. Oltre a massimizzare la portata sul piano complanare, la tecnologia SmartBeam punta a ridurre l’inefficienza che colpisce numerosi router in caso di comunicazioni tra piani diversi degli edifici. Le antenne bipolari utilizzati da molti dispositivi sono infatti caratterizzate da un’alta efficacia sul piano ortogonale al terminale, ma scarsa lungo altre direttrici.