Successivo
wi-fi

Networking

ONPC, il protocollo che estende il segnale Wi-Fi per oltre 60 metri

Alfonso Maruccia | 24 Ottobre 2019

Reti

Ricercatori statunitensi hanno sviluppato il protocollo per le comunicazioni wireless ONPC, un sistema che apre le porte a nuovi scenari […]

Ricercatori statunitensi hanno sviluppato il protocollo per le comunicazioni wireless ONPC, un sistema che apre le porte a nuovi scenari di utilizzo per l’onnipresente segnale delle reti Wi-Fi.

Tre ricercatori di altrettante università statunitensi hanno creato un nuovo protocollo per le comunicazioni wireless, una tecnologia che agisce interamente a livello software e quindi non richiede alcun aggiornamento dell’hardware di base per poter funzionare. Il protocollo ONPC permette di trasmettere dati a bassissima velocità ma è in grado di coprire distanze molto superiori al comune segnale Wi-Fi.

Acronimo di On-Off Noise Power Communication, il protocollo ONPC è infatti un componente che può essere (teoricamente) aggiunto a qualsiasi dispositivo compatibile con le reti Wi-Fi tramite un semplice aggiornamento software. Oltre al Wi-Fi oggetto dei test dei ricercatori, inoltre, questo genere di tecnologia potrebbe essere applicata anche alle comunicazioni cellulari e alle connessioni Bluetooth.

ONPC WiFi

Grazie all’uso di ONPC e di un’applicazione chiamata Stayin’ Alive, gli esperti americani sono riusciti a trasmettere informazioni digitali alla ragguardevole velocità di 1 bit al secondo. Per contro, il semplice mantenimento di un segnale Wi-Fi necessita di un bitrate da almeno 1 Megabit per secondo.

Trasferire 1 bit di informazione non sembra granché per gli standard moderni, ma i ricercatori hanno potuto sfruttare questa capacità “estrema” del protocollo ONPC per programmare un pattern specifico di 0 e 1 all’interno del punto di accesso della rete di test. Grazie a questo pattern, il router è stato in grado di identificare il bit trasferito tramite ONPC rispetto al rumore di fondo circostante.

La tecnologia ONPC può essere adottata per estendere la portata del segnale Wi-Fi dei dispositivi già in commercio di oltre 60 metri, sostengono i ricercatori, permettendo ad esempio di identificare lo stato (acceso/spento) e controllare l’operatività di sensori remoti posizionati a una notevole distanza dal punto di accesso alla rete.