Il Parlamento Europeo ha votato a favore della net neutrality e per l’abolizione dei costi di roaming entro il 2016.
Per il momento si tratta di linee guida e non di norme specifiche e dettagliate, ma il segnale resta forte: l’Unione Europea spinge per la creazione di un mercato unico europeo anche in ambito di telecomunicazioni, oltre che per la tutela della neutralità della rete. Si tratta di due problemi indubbiamente correlati, ma anche con molti punti di distinzione. Analizziamoli quindi separatamente.
L’abolizione delle tariffe di roaming è naturale conseguenza di un percorso già in corso da diversi mesi, ovvero quello che punta all’abbattimento dei costi di comunicazione tra i vari paesi dell’Unione. Tecnicamente, quando ci troviamo all’estero e utilizziamo il telefono cellulare per parlare, inviare messaggi o navigare su Internet, siamo ospiti sulla rete di un operatore che per forza di cose non è il nostro provider nazionale. Quest’ultimo stringe degli accordi con le telecom degli altri stati, accordi che prevedono l’utilizzo della struttura a fronte di costi che il provider stesso fa poi ricadere sul consumatore. Le tariffe di roaming (letteralmente, girovagare) sono per anni state il cruccio di chi viaggia spesso, per lavoro o per piacere, facendo lievitare la bolletta o costringendo i più assidui a ricorrere a stratagemmi alternativi, come l’acquisto di tessere prepagate per l’estero o l’utilizzo di strumenti VoIP, quando disponibili.
Un primo strumento di contrasto alle eccessive tariffe di roaming ha preso il via nel 2007, con l’introduzione della cosiddetta Eurotariffa, un piano di tariffazione stabilito dall’Unione e che ha obbligato tutti i provider ad abbassare progressivamente i costi per l’utente, in termini di traffico voce, messaggistica e trasmissione dati con commutazione di pacchetto.
Grazie all’Eurotariffa, il costo delle comunicazioni all’interno dei 31 stati aderenti alla normativa (i 28 paesi dell’Unione più Islanda, Norvegia e Liechtenstein) si è abbattuto di circa il 60% nel 2007, per poi calare progressivamente nel corso degli anni successivi. Contestualmente alla riduzione dei prezzi imposti ai consumatori, l’UE ha chiaramente definito dei limiti ai prezzi all’ingrosso tra gli operatori, per evitare situazioni di perdita da parte dei provider “ospitati” all’estero.
Nei sette anni in cui è stata in vigore, l’Eurotariffa ha suscitato numerose polemiche da parte dei provider, e creato anche qualche fenomeno paradossale, nominalmente casi in cui il costo dei servizi è stato più alto in ambito nazionale che estero.
Se l’Unione confermerà le indicazioni del voto di aprile, a partire dal 2016 l’Eurotariffa terminerà il suo corso e le tariffe di roaming saranno definitivamente eliminate. Oltre che un vantaggio per l’utente finale, questo passo avrà come diretta conseguenza la totale apertura del mercato comunitario alla concorrenza fra operatori: senza le tariffe di roaming, un consumatore italiano potrà ad esempio sottoscrivere un contratto con un provider francese o tedesco se questo proporrà un offerta migliore, senza dover preoccuparsi dei costi aggiuntivi delle comunicazioni fuori confine.