L’International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection (ICNIRP) ha aggiornato le proprie linee guida per limitare l’esposizione delle persone ai campi elettromagnetici, con un lavoro di revisione delle regole precedenti (risalenti al 1998) che serve a confermare, una volta di più, la sicurezza delle reti 5G rispetto alla salute degli utenti.
La commissione di esperti dell’ICNIRP ha svolto un lungo lavoro di rassegna della letteratura scientifica sull’argomento “5G e salute”, e ha tratto delle conclusioni che vanno evidentemente nella direzione diametralmente opposta a quella della clamorosa sentenza della Corte di Appello di Torino dello scorso gennaio.
Le linee guida aggiornate dell’ICNIRP forniscono le informazioni necessarie a preservare la salute delle persone rispetto a 5G, Wi-Fi, Bluetooth, smartphone e stazioni base delle reti cellulari, ovvero tutta quella tecnologia di comunicazione che sfrutta le onde radio comprese nella porzione dello spettro elettromagnetico delle radiazioni non-ionizzanti.
Le onde radio del 5G non hanno energia sufficiente a “ionizzare” la materia (spingendo cioè gli elettroni fuori dai loro orbitali atomici) e quindi a provocare potenziali danni all’uomo, e a parte un aumento di temperatura dei tessuti a più stretto contatto con gli smartphone l’ICNIRP non ha identificato prove certe sulla pericolosità della tecnologia.
L’associazione degli operatori mobile (GSMA) ha accolto con favore le nuove linee guida dell’ICNIRP, parlando dell’ennesima conferma di quello che già si sapeva dopo venti anni di ricerche sull’argomento. Le regole aggiornate dell’ICNIRP forniscono un livello di protezione “leggermente più alto” rispetto alle linee guida attuali, e gli esperti consigliano limiti “più prudenti” nel caso delle reti che usano una banda superiore ai 6 GHz.