Gmate, un piccolo accessorio che permette di aggiungere capacità telefoniche a tablet, lettori multimediali e altri dispositivi, o di trasformare iPhone e i telefoni Android in apparati dual Sim.
Anteprima di Simone Zanardi
Articolo tratto da PC Professionale 257
L’idea sulla carta è accattivante: un piccolo dongle Bluetooth, dalle dimensioni di poco superiori a quelle della classica chiavetta Usb. Ospita al suo interno un apparato Gsm/Gprs completo e uno slot per una normale scheda Sim. Può quindi essere collegato in modalità wireless a un qualsiasi dispositivo dotato di sistema operativo Android o iOS.
Le cose iniziano a farsi interessanti: nel caso di un telefono, il Gmate può affiancare l’apparato radio di sistema creando così un vero e proprio apparato dual Sim, per gestire quindi contemporaneamente due utenze telefoniche. Se invece è collegato a un tablet o a un lettore Mp3 come iPod Touch, trasforma questo terminale in un vero telefono, con funzionalità vocali, gestione degli Sms e connessioni dati su rete Gprs (ma non 3G).
Fin qui, le specifiche. Veniamo ora alla prova su strada: il primo impatto è positivo, con una confezione minimale ma non troppo scarna grazie al laccetto da agganciare al terminale e al cavo Usb per la ricarica del medesimo.
Del tutto diversa l’impressione suscitata dal manuale, poco chiaro a causa di una traduzione che definire lacunosa è poco (anche in lingua inglese) al pari di quella delle specifiche riportate sulla confezione. Specifiche che ci avvertono correttamente (anche se in un italiano non proprio fluido) che i dispositivi iOS devono essere “aperti” tramite jailbreak per poter essere utilizzati con la periferica. Nessuna menzione al supporto Android, che comunque è presente.
Le schermate di stato, composizione telefonica, invio Sms e configurazione per l’accesso dati tramite Gmate. Una volta installato, il software è semplice da utilizzare.
Come primo test decidiamo di utilizzare un iPhone 4 già sottoposto a jailbreak: accediamo al market alternativo Cydia, inseriamo l’indirizzo del repository Skyroam dove reperire l’applicazione e quindi scarichiamo il client sul terminale. Il pacchetto software installa una lunga serie di componenti e controller ausiliari al sistema operativo Apple, tra cui uno stack Bluetooth alternativo indispensabile per abilitare i servizi di Sim remota necessari al funzionamento del Gmate. Dopo qualche minuto siamo pronti ad accoppiare i due dispositivi tramite Bluetooth, non certo aiutati dal led multi colore che non segue un pattern preciso. Una volta accoppiati i dispositivi, tutto funziona come da programma: il Gmate opera con la sua applicazione come telefono secondario, permettendo di inviare e riceve chiamate (anche se non contemporaneamente alla linea principale), Sms o di collegarsi a Internet attraverso la rete cellulare. Unico passaggio necessario: i contatti della rubrica non sono sincronizzati automaticamente ma devono essere importati.
Passiamo alla prova su Android: qui tutto fila liscio e senza intoppi. L’applicazione va scaricata dal sito Skyroam ma è installata senza alcun problema e, dal momento che lo stack Bluetooth del sistema operativo Google è già fornito con servizi di Sim remota, non richiede l’installazione di componenti supplementari. In conclusione, il giudizio sul Gmate dipende molto dal terminale con cui intendete sfruttarlo: per gli utenti Android nessuna controindicazione, mentre i possessori di un terminale Apple dovranno essere disposti ad eseguire il jailbreak e a installare una serie di componenti software ausiliari. Quando funziona, però, il Gmate è certo un accessorio peculiare e utile.
Dal primo agosto il prezzo di listino scende a 99 euro Iva inclusa.