Sono sempre di più le personalità che, al riguardo del futuro della tecnologia, esprimono pareri discordanti circa l’utilizzo della stessa: anche in sede europea, per esempio, è nato un dibattito per decidere quale statuto riconoscere ai robot in futuro (di cui vi abbiamo riferito in precedenza) e, ora, è un paese come la Danimarca ad interrogarsi sul futuro del suo stato sociale in rapporto alla robotica.
A Copenhagen, infatti, si domandano come sia possibile sostenere sul lungo periodo il generoso welfare, in rapporto alla sempre più ridotta natalità , alla competitività a livello globale e, ancora, alla necessità di sostenere l’equilibrio tra persone che beneficiano di trattamenti dello stato sociale e lavoratori che, attraverso le loro prestazioni, assicurino il funzionamento del sistema danese in modo impeccabile.
La risposta al trend dell’invecchiamento della popolazione e della scarsa natalità , che pone quindi il quesito della sostenibilità dei conti, in Danimarca è stata trovata nei robot: questi ultimi, infatti, potrebbero assicurare un incremento della produttività e della competitività delle aziende danesi, assicurando quindi maggiori utili a queste società e, di conseguenza, anche un incremento delle entrate fiscali derivanti.
Gli esperti, poi, non temono conseguenze negative per l’occupazione in seguito alla robotizzazione dell’industria: anzi, gli economisti e la Confederation of Danish Industry sottolineano come un incremento della produttività e delle vendite potrebbe persino far invertire il trend della delocalizzazione (150.000 posti di lavoro) vissuto negli ultimi anni, quando le aziende hanno cercato altre location per produrre a costi inferiori.