A prima vista, Nadine potrebbe assomigliare ad una signora attorno ai 50 anni, capace di interagire con le persone presenti come se fosse un normale essere umano: eppure, stiamo parlando in realtà di un robot, un androide sicuramente molto evoluto e ricco di funzioni, che si avvicina molto al genere umano in ragione delle sue sembianze, ma anche di altre caratteristiche interessanti.
Nadine è infatti una sorta di alterego di Nadia Thalmann, responsabile dell’Institute for Media innovation della Nanyang technological university di Singapore, la scienziata che ha condotto uno speciale team alla realizzazione di questo androide evoluto, che pur essendo un prototipo di quanto si potrà ottenere in futuro, è molto promettente.
Dotata di capacità di socializzare, nonché di un buon livello di intelligenza e della capacità di interagire e rendersi utile, Nadine è un robot concepito essenzialmente come forma di compagnia per gli anziani soli, una strategia che già – come vi abbiamo riportato in diverse occasioni nei nostri post – è già stata messa in pratica in Giappone per combattere la solitudine della terza età .
Un androide come Nadine può infatti offrire un’assistenza personalizzata agli anziani, assicurando in questo senso un supporto a coloro i quali non sono più autosufficienti completamente, il tutto con una macchina che è comunque empatica, in grado di esprimere emozioni ed apprendere di continuo, esprimendo peraltro una personalità unica, come fosse un individuo.
In modo particolare, il robot può parlare, riconoscere le gestualità delle persone, fare domande, proporre ricordi di persone o avvenimenti, inviare e-mail o rispondere a chatbot, dimostrando il suo carattere in ogni istante, con una particolare intonazione della voce, o ancora, facendo determinati commenti o assumendo date espressioni sul suo volto.
Nel futuro della nostra società ci sarà sempre maggior spazio per i robot come ultima ratio per colmare il vuoto di attenzioni rivolto alla terza età ?