Successivo

Storage

In edicola: dischi allo stato solido. Il confronto finale

Redazione | 26 Giugno 2009

Hdd Ssd

Una serrata prova a confronto tra unità  SSD e dischi tradizionali, con un approfondito esame delle tecnologie alla base delle unità  a stato solido.

Forse il 2009 sarà  ricordato come il punto di partenza di una delle più attese rivoluzioni nel settore informatico: l’arrivo in massa dei Solid State Disk o Ssd (letteralmente dischi allo stato solido) segna un cambiamento epocale, il più grande passo avanti degli ultimi anni in termini prestazionali.
Sul numero in edicola di PC Professionale approfondiamo i dettagli della tecnologia su cui sono basati questi nuovi prodotti, analizziamo le dinamiche dei prezzi e mettiamo a confronto, tra loro e con tre unità  a disco tradizionali, nove soluzioni SSD.

SSD: i dischi allo stato solido esaminati

> Imation M-class 64
> Imation S-class 32
> Intel X25-M
> OCZ Vertex
> Samsung PB22-J
> Super Talent Ultradrive ME
> Teamgroup Combo Sata II
> Teamgroup Extreme G1
> Transcend Sata Ssd 128

HDD: i dischi tradizionali di confronto

> Seagate Barracuda 7200.12
> Western Digital Scorpio Blue
> Western Digital Velociraptor

I prezzi dei sistemi provati vanno da 179 a 650 euro e le capienze da 32 a 256 Gbyte.


Come abbiamo effettuato le prove

Nei nostri test ci siamo concentrati su tre aspetti relativi alle periferiche di archiviazione, e in particolare agli Ssd. Per valutare la massima velocità  di lettura e scrittura sequenziale, abbiamo utilizzato il test Atto Disk Benchmark 2.34, in grado di leggere e scrivere in determinati punti del “disco” dei file di dimensione variabile in maniera completamente sequenziale, restituendo i valori massimi ottenibili dal prodotto. Per un’analisi più approfondita delle potenzialità  reali abbiamo utilizzato invece IOMeter (versione 30.07.2004), un software in grado di inviare richieste specifiche al disco in base alle nostre specifiche esigenze, e restituire una vasta gamma di risultati da interpretare. articolo-ssd.pngNello specifico abbiamo effettuato test di lettura e scrittura su zone completamente casuali del disco di file con dimensione di 4 Kbyte e 2 Mbyte, verificando le risposte degli Ssd. Nello specifico il test è stato tarato per eseguire quattro operazioni contemporanee (un valore simile a quello reale proprio dei sistemi operativi Microsoft in funzione) leggendo o scrivendo su zone sempre differenti del disco, analizzando poi la velocità  complessiva. I due valori nelle dimensioni dei file servono a differenziare l’utilizzo tipico, i 4 Kbyte sono quelli letti e scritti più spesso dal sistema, e anche quelli che offrono solitamente una velocità  di trasferimento inferiore rispetto a quella sequenziale massima. I 2 Mbyte, essendo molto superiori al blocco logico base, non mostrano gli stessi problemi relativi a pagina/blocco visti in precedenza e, per la costruzione stessa degli Ssd, dovrebbero restituire valori molto simili a quelli massimi sequenziali, ma solo se il controller utilizzato svolge al meglio il proprio lavoro. In pratica i 4 Kbyte mostrano le velocità  effettive che il sistema operativo potrà  avere nella gestione dei propri elementi, mentre i 2 Mbyte (paragonati ai valori massimi sequenziali) l’efficienza stessa del controller utilizzato.
L’ultimo test, HD Tune Pro 3.5, permette di valutare il numero di operazioni di input e output eseguibili dal dispositivo utilizzando una serie causale di dati, di diversa dimensione e collocazione sul disco, mostrando l’efficienza generale di un Ssd in lettura e scrittura.

I risultati nel numero in edicola di PC Professionale.