La nuova linea di dischi rigidi DeskStar supera la barriera dei 2,2 Tbyte e fa registrare ottime prestazioni generali.
Anteprima di Davide Piumetti
Articolo tratto da PC Professionale 241 di aprile 2011
I maggiori produttori di dischi rigidi tradizionali stanno lentamente aggirando la barriera tecnologica dei 2,19 Tbyte, imposta dalle limitazioni relative all’indirizzamento a 32 bit dei dati. Dopo la nostra prima analisi di una soluzione da 3 Tbyte (che trovate sul numero 238 di PC Professionale) vediamo l’implementazione della nuova tecnologia da parte di Hitachi, che sorprende per prestazioni, silenziosità e consumi.La nuova linea DeskStar 7K3000 comprende dischi da 1,5, 2 o 3 Tbyte, con specifiche tecniche di tutto rispetto. La densità dati areale raggiunge l’elevatissimo valore di 411 Gbit per pollice quadrato, tra i più elevati in assoluto in ogni ambito di utilizzo, sia consumer sia enterprise. I dischi utilizzano infatti dei piatti di nuova generazione in grado di ospitare ben 600 Gbyte di dati ciascuno, in modo da costruire il disco da 3 Tbyte utilizzandone cinque, quello da 2 Tbyte con quattro e il modello da 1,5 Tbyte con tre.
Tutti i dischi hanno una velocità di rotazione di 7.200 giri al minuto e utilizzano la connettività Sata 3 per migliorare il trasferimento dati da e verso il sistema. Su dischi di questo tipo la massima velocità , anche sequenziale, non satura solitamente la banda offerta dal Sata II (circa 285 Mbyte/s), e si ritiene che il Sata 3 sia di conseguenza poco utile. Hitachi ha però utilizzato su questa linea tutte le nuove tecnologie, per ottenere il miglior rapporto assoluto tra capacità e prestazioni. Il Sata 3 in questo caso è utile per i trasferimenti “burst”, quando i dati da trasferire sono contenuti o vanno salvati temporaneamente nei 64 Mbyte di cache presente a bordo.
Il modello da 3 Tbyte ha le limitazioni proprie derivanti dalla difficile gestione delle capacità superiori a 2,19 Tbyte da parte di molti sistemi operativi. L’indirizzamento a 32 bit del sistema Mbr (Master Boot Record) con cui vengono formattati la maggior parte dei dischi impone di creare almeno due partizioni distinte con capacità massima di 2,19 Tbyte, oppure formattare il disco con il sistema Gpt (Guid Partition Table) e utilizzare appieno la capacità , rendendo però utilizzabile il disco come boot solo su sistemi Apple o su schede madri di nuova generazione dotate di EFI e sistemi operativi Linux o Microsoft Windows 7 (o Vista) a 64 bit.
Le prestazioni ottenibili da questa nuova generazione sono in linea con i massimi visti fino ad oggi e ben superiori, vista la capacità e la velocità di rotazione, a quelle ottenibili da dischi da 3 Tbyte concorrenti, come mostriamo in tabella. Una tale densità dati porta in effetti dei vantaggi tangibili sia in termini prestazionali puri sia come accesso ai dati. In tutti i nostri test, passando dall’intenso Sysmark 2007 a quelli più sintetici abbiamo riscontrato prestazioni di prim’ordine. I dati più interessanti per questo modello riguardano però la silenziosità operativa e il consumo energetico. I dati di targa indicano in 29 dB il rumore massimo e in 6,8 watt il consumo del disco in idle, poco oltre i 10 watt a pieno carico e vicino a 1 watt in sleep. Dal punto di vista pratico il rumore è nel complesso molto ridotto, di difficile percezione anche nei nostri sistemi di test, che non prevedono l’utilizzo di un case per il sistema hardware. Il calore emesso è nella media dei prodotti di pari categoria, e gestibile senza alcun problema in tutti i case in commercio.
Nel complesso Hitachi presenta un ottimo prodotto, aprendo la strada dal punto di vista tecnico, a una nuova fase evolutiva che porterà entro pochi anni a superare definitivamente la barriera del vecchio indirizzamento a 32 bit e a raggiungere i 10 Tbyte e oltre.