Utilizzando nuovi formati e la connessione Pci Express Ocz presenta sul mercato i primi Ssd da oltre 1 Gbyte/s, alcuni dei quali a prezzi anche accessibili.
Anteprima di Davide Piumetti
Articolo tratto da PC Professionale 252 di marzo 2012
Nel mercato degli Ssd la velocità di trasferimento è il parametro principale di valutazione di un prodotto, il punto cruciale che li differenzia dai ben più lenti modelli tradizionali meccanici. La prima generazione di dischi allo stato solido, ormai un ricordo di oltre quattro anni fa, raggiungeva una velocità di circa 100 Mbyte/s, velocità toccata dai dischi magnetici solo in condizioni ideali per questi ultimi. Nell’utilizzo quotidiano tale valore supera invece quello dei dischi tradizionali di circa 10 volte. Inoltre, mentre in questi ultimi due anni i dischi magnetici non hanno avuto miglioramenti significativi nel campo delle prestazioni, nel segmento degli Ssd abbiamo assistito a un paio di vere e proprie rivoluzioni.
Con la seconda generazione è stato superato il muro dei 200 Mbyte/s, limite che lo scorso anno, grazie anche alla connessione Sata 3, è stato spostato a oltre 500 Mbyte/s. I modelli di punta attuali viaggiano dunque a queste velocità , con un vantaggio prestazionale rispetto ai dischi magnetici davvero notevole. Gli Ssd sono però rimasti fino a oggi ancorati alla necessità di compatibilità con il mondo dello storage, con le dimensioni storicamente fissate dei dischi magnetici e con le connessioni studiate per questi ultimi.
In sintesi gli Ssd hanno la forma di un disco magnetico da 2,5″ solo perché, tradizionalmente, questi ultimi hanno la forma adatta a essere inseriti in desktop e notebook, e una connessione Sata solo perché i personal computer la utilizzano normalmente per i dischi. Ma con la proliferazione di soluzioni sempre più avanzate è proprio necessario restare ancorati a questi standard? Oppure utilizzando connessioni e tecnologie differenti si potrebbero togliere anche le ultime limitazioni che non permettono alla tecnologia allo stato solido di esprimersi al massimo del proprio potenziale? Ocz, uno dei leader del mercato degli Ssd, ne è convinta. Sia nel mondo mobile sia in quello desktop la necessità di utilizzare dischi con forme predefinite inizia a venire meno. Sui notebook più evoluti, e soprattutto sulle novità di mercato come gli Ultrabook, che fanno delle dimensioni e sottigliezza il loro punto di forza, i dischi magnetici stanno sparendo, sostituiti da elementi allo stato solido con una nuova forma e connessione: la Pci-Express.
Nel mondo mobile questo passaggio è già in atto, e dischi di dimensioni ridotte, sagomati secondo forme inconsuete più simili a moduli di memoria Ram che a dischi rigidi tradizionali, sono ormai dotazione di serie di molti modelli.
In ambito desktop il passaggio di consegne è tradizionalmente più lento, ma reso comunque possibile dai numerosi standard di cui sono dotate le schede madri moderne. In particolare la Pci-Express, ormai presente su qualunque scheda madre desktop (nella maggior parte dei casi nella versione 2.0 con banda passante doppia rispetto alla prima versione), permette il passaggio di una grande quantità di dati in parallelo. Una linea singola Pci Express 2.0 offre infatti fino a 500 Mbyte/s e i connettori normalmente installati pilotano 1, 4, 8 o 16 linee per una banda passante tale da non rappresentare un collo di bottiglia neppure per i migliori Ssd in circolazione.
La Pci Express è inoltre collegata solitamente in maniera diretta al processore o al chipset centrale senza intermediari aggiunti, in modo da ridurre al massimo le latenze e consentire le maggiori prestazioni possibili. Ocz in queste pagine ci propone proprio due distinti prodotti dedicati a questa connessione, superando i preconcetti che relegano il comparto di archiviazione alle sole connessioni Sata e permettendo agli utenti più avanzati di dotarsi delle maggiori potenzialità nel settore, ottenendo prestazioni elevatissime a prezzi anche ragionevoli.