Con la linea Vertex 4 Ocz definisce nuovi limiti prestazionali per gli Ssd. E la concorrenza, nel breve periodo, non sembra capace di stare al passo.
Anteprima di Davide Piumetti
Articolo tratto da PC Professionale 257
Negli ultimi anni il mercato degli Ssd si è trovato in un periodo di grandi innovazioni. A volte si tende però a confondere il significato di innovazione con quello di invenzione, dimenticando che l’innovazione nient’altro è che l’applicazione dell’invenzione (anche di altri) per fornire prodotti o servizi che siano percepiti come migliori e/o più efficienti dal mercato. I primi studi sull’innovazione di Schumpeter teorizzavano come l’innovazione fosse contrapposta alla concorrenza in quanto porta in prima battuta a monopoli e profitti anormali per l’innovatore. Tali profitti declineranno solo in seguito con l’arrivo dei concorrenti che si adatteranno al modello innovativo spesso a prezzi inferiori.
Tutto questo calza a pennello per descrivere gli ultimi 2 anni del mercato Ssd, con Ocz primo innovatore del settore grazie alla produzione dei primi dischi con controller SandForce (i Vertex 2 e più tardi i Vertex 3) realmente in grado di offrire prestazioni decine o centinaia di volte superiori a quelle dei dischi tradizionali. Entro qualche mese però tutti i concorrenti avviarono la produzione di dischi simili, con lo stesso controller e caratterizzati da prestazioni praticamente allineate. L’innovazione esclusiva di Ocz durò infatti in quel periodo solo poche settimane.
Con la nuova generazione di dischi Vertex 4 che abbiamo provato questo mese, Ocz è intenzionata a continuare la propria corsa innovativa rendendo però la vita decisamente più difficile ai concorrenti. I dischi di nuova generazione utilizzano infatti per primi il nuovo controller Everest 2 prodotto da Indilinx, azienda acquistata da qualche tempo proprio da Ocz. Internamente il disco mostra una costruzione standard, con il controller in posizione centrale attorniato dalle celle di memoria flash. Ocz utilizza per questo modello delle veloci celle sincrone prodotte da Intel con tecnologia a 22 nm, simili a quelle adottate sul disco Vertex 3. Le celle hanno una densità variabile a seconda della capacità totale, sul modello da 256 Gbyte in prova sono installate 16 celle da 16 Gbyte che seguono lo standard Onfi 2.2. La vera differenza con il passato la fa però il controller, basato su un processore dual core Arm e frequenza di clock di 400 MHz, affiancato da ben due Dram cache da 512 Mbyte ciascuna di tipo Ddr3-800, che permettono al disco di archiviare in maniera rapidissima le informazioni e gestire al meglio le trasmissioni di dati casuali.
I dati di targa del nuovo controller sono in prima istanza contraddittori: le prime specifiche indicavano in 535 Mbyte/s la massima velocità di lettura e tra 380 e 475 Mbyte/s quella in scrittura per le varie capacità . Ocz si è però dimostrata attenta e precisa nella gestione del nuovo controller, continuando lo sviluppo fin dopo l’uscita ufficiale e portando con aggiornamenti firmware successivi le potenzialità del disco fino a 560 Mbyte/s in lettura e 510 in scrittura. Al momento di andare in stampa l’ultima versione del firmware è la 1.5 beta, mentre i nostri test sono stati eseguiti con la 1.4.1.3 finale, che offre prestazioni di una ventina di Mbyte/s inferiori rispetto a quella attesa a breve.
Al centro il nuovo controller Indilinx Everest 2, affiancato da 8 celle di memoria sincrone e da una delle due memorie Ddr3 da 512 Mbyte.
A impressionare in questo disco è però una completa nuova gestione delle informazioni: il numero di Iops cresce vertiginosamente rispetto ai dischi della scorsa generazione e la comprimibilità o meno dei dati lascia indifferente il controller (ricordiamo come i dischi con SandForce abbiano velocità di oltre 500 Mbyte/s solo con dati altamente comprimibili). Nei nostri test, con un disco Vertex 4 da 256 Gbyte, abbiamo registrato prestazioni eccezionali. I valori assoluti sono nel complesso molto elevati, ma a stupire deve essere la grande costanza di risultato ottenibile. Nei trasferimenti di dati casuali si passa ad esempio da 392 Mbyte/s con file da 2 Mbyte a 304 Mbyte/s con piccoli spezzoni da 4 Kbyte. I dischi top di gamma della (ormai) scorsa generazione potevano offrire valori leggermente superiori con file da 2 Mbyte, crollando però ben al di sotto dei 100 Mbyte/s con file di piccole dimensioni.
Nei test più specifici abbiamo avuto modo di notare come il nuovo disco riesca a ottenere oltre 80.000 Iops in ogni condizione tranne che nella scrittura casuale 4k in cui ottiene comunque prestazioni eccellenti. Il risultato del test è inferiore a quello massimo dichiarato dal produttore solo perché nei nostri laboratori effettuiamo analisi in condizioni più severe rispetto all’ideale, mostrando dati più verosimili e riconducibili a un impiego reale.
Ocz, con i nuovi dischi Vertex 4, pone dunque di nuovo l’asticella prestazionale a un livello superiore. Questa nuova generazione rappresenta infatti un concreto passo in avanti rispetto al controller SandForce che appariva eccezionale in termini di velocità massima ma che, a conti fatti, non riusciva a esprimere il massimo delle proprie potenzialità in ambito casuale e con dati non comprimibili. Il Vertex 4 invece ci riesce e si presenta come nuovo innovatore del settore.