Nonostante la crescente popolarità dei dischi a stato solido (SSD) e un mercato molto diverso rispetto al passato, gli HDD continuano a rappresentare una delle tecnologie di storage più diffuse. Seagate, uno dei maggiori produttori al mondo nel settore, commercializza decine di milioni di hard disk ogni trimestre, e ha l’evidente esigenza di ottimizzare il processo produttivo riducendo al minimo anomalie e sprechi.
Collaborando con HPE e NVIDIA, la corporation statunitense ha dunque ideato una nuova piattaforma a base di intelligenza artificiale chiamata Seagate Edge RX. Sfruttando la potenza delle GPU NVIDIA e della tecnologia EGX, Seagate Edge RX adotta gli algoritmi di machine learning per analizzare milioni di immagini ogni giorno alla ricerca di anomalie nei componenti.
La necessità di lavorare assieme a HPE e NVIDIA è nata dal fatto che non esisteva alcuna tecnologia commerciale adatta allo scopo, dice Seagate. La produzione di un singolo HDD è infatti un processo estremamente complesso, che richiede 1.400 passaggi solo per la realizzazione della testina responsabile della lettura e scrittura dei dati sui piatti magnetici.
Installate in ogni fabbrica Seagate, i sistemi NVIDIA EGX potranno sfruttare la potenza dell’hardware locale (niente cloud virtuale qui, lo storage “reale” è una cosa seria) per processare 17 milioni di immagini al giorno. Immagini create alla distanza di poche molecole dai piatti magnetici. Un po’ come un Boeing 747 che vola a pochi centimetri dal suolo a una velocità 100 volte superiore a quella del suono, spiega Seagate.
Una soluzione Seagate Edge RX è già stata installata (ed è presumibilmente funzionante) in una delle fabbriche della corporation, mentre in futuro la piattaforma dovrebbe arrivare anche negli altri impianti. Secondo le stime interne, Edge RX dovrebbe portare a un ritorno degli investimenti aumentato al 300% grazie a un’efficienza migliorata e una migliore qualità della produzione.
Seagate è evidentemente molto fiduciosa della validità della nuova soluzione Edge RX, è ha perciò deciso di non tenersi solo per se questa “innovazione” condividendo e pubblicando uno studio completo sulla nuova architettura.