Nel mese di aprile del 2007 il settore dell’archiviazione tradizionale ha raggiunto un importante traguardo, offrendo per la prima volta ai consumatori dischi rigidi con capacità di 1 Tbyte. Oggi, dopo due anni da quella data, Western Digital propone al pubblico il primo modello da 2 Tbyte, ponendosi al top rispetto ad altri produttori in termini di pura capacità di archiviazione e caratteristiche di risparmio energetico.
In questi due anni il particolare ambito informatico relativo all’archiviazione dei dati è stato scosso dall’arrivo delle prime soluzioni allo stato solido, che riescono a garantire prestazioni superiori anche ai migliori dischi magnetici configurati in catene Raid complesse. I prezzi sono però per il momento ancora molto elevati (almeno per gli Ssd di fascia più alta), e le capacità raggiunte sono dell’ordine dei 256 Gbyte. Western Digital, portando avanti la propria politica in merito, continua a spingere nella consueta direzione, modificando però i precetti che negli anni hanno portato i dischi tradizionali alla ricerca di prestazioni sempre superiori.
Appurato il fatto che, inevitabilmente, entro qualche anno i dischi più veloci saranno solo Ssd, il produttore punta a rendere disponibili dischi tradizionali ad elevata capacità con prezzi per Gbyte contenuti e consumi energetici ridotti.
Nei nostri test abbiamo rilevato valori di lettura e scrittura sequenziali di 80 Mbyte/s, con l’andamento tipico dei dischi magnetici. In particolare si può notare un massimo di 100 Mbyte/s nei primi settori che scende a 50 Mbyte/s alla fine della capacità del disco.
Il disco qui analizzato, il Caviar Green da 2 Tbyte (1.863 Gbyte reali) con connessione Sata II e 32 Mbyte di cache integrata, utilizza quattro distinti piatti da 500 Gbyte ciascuno e si basa sulle stesse tecnologie adottate da tempo dal produttore per la propria linea a risparmio energetico. L’insieme delle avanzate soluzioni tecniche di Western Digital permette al disco di modificare la propria velocità di rotazione da 5.400 a 7.200 giri al minuto in base al carico richiesto (IntelliPower), di ridurre la velocità di movimento della testina durante la ricerca dei file quando non sono necessarie le massime prestazioni (IntelliSeek) o di parcheggiare la testina lontano dai piatti per migliorarne le dinamiche di movimento (IntelliPark).
L’insieme di queste caratteristiche porta il disco di Western Digital a consumare circa 6 watt a pieno carico, 3,7 watt in condizioni di riposo e solo 0,8 watt in standby. I valori sono ottimi, difficilmente riscontrabili in qualunque altro disco a piatti magnetici in commercio, e inferiori anche alla prima generazione Caviar Green, che consumava fino a 10 watt a pieno carico. Le prestazioni sono nel complesso buone, non al livello dei migliori in commercio (il Western Digital Velociraptor su tutti) ma comunque più che adeguate per qualunque tipo di utilizzo. Il disco Caviar Green da 2 Tbyte è solo il primo di una nuova famiglia di prodotti destinati a diventare il punto di riferimento come capacità di archiviazione. Grazie inoltre all’enorme mole di contenuti multimediali domestici, autoprodotti od ottenuti dalla rete, lo spazio messo a disposizione da prodotti di questo tipo permetterà a questa tecnologia di restare all’interno dei personal computer ancora per molto tempo.