Da ultimo, anche ammettendo che tutto funzioni perfettamente, immaginate di avere un incidente serio e che, per l’urto il telefono si rompa o, banalmente, con l’impatto si stacchi la batteria (se vi è mai caduto a terra sapete bene che è un’eventualità tutt’altro che remota. In questo caso, il video dell’incidente non viene finalizzato e va perduto. Insomma proprio quando ne avete davvero bisogno, la dash cam “fai-da-te” vi lascia a piedi.
Visti i tanti punti in comune con le action cam, potreste pensare di utilizzare queste ultime anche come dash cam. Ma anche in questo caso le dash cam hanno peculiarità impossibili da trovare in una action cam.
A partire dai sensori di accelerazione sui tre assi, assenti nelle action cam. In questo caso non è possibile impostare la registrazione “on demand”, ma solo in modalità continua. Inoltre, visto che le action cam sono modelli impermeabili e pensati per essere stagni, molti modelli funzionano solo a batteria e pochissimi hanno la possibilità di un’alimentazione continua. Questo limita l’affidabilità della soluzione, legandola all’utente, che deve monitorare lo stato delle batterie, averne di ricambio, e sostituirle. Già solamente dalla descrizione della procedura possiamo vedere come le action cam non possano essere utilizzate proficuamente al posto delle dash cam. Insomma, se per il “fai-da-te” lo smartphone è bocciato senz’appello, l’action cam potrebbe raggiungere una stiracchiata sufficienza, a patto di scendere a compromessi ed essere molto scrupolosi. Ma anche in questo caso, il gioco non vale la candela.
Eugenio Moschini
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