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Come modificare le impostazioni della pubblicità su eBay

Alfonso Maruccia | 11 Dicembre 2018

Servizi Web

Il popolare sito di aste si è adeguato alle nuove norme della GDPR, e ora gli utenti possono modificare a […]

Il popolare sito di aste si è adeguato alle nuove norme della GDPR, e ora gli utenti possono modificare a piacimento le opzioni riguardanti la profilazione a scopo di advertising. O almeno possono sperare di farlo.

L’arrivo delle nuove norme europee per il trattamento dei dati personali (meglio note come GDPR) ha avuto effetti a cascata sull’intero mercato telematico, e anche i colossi dell’e-commerce si sono dovuti adeguare a questo nuovo regime con impostazioni e personalizzazioni ad hoc.

Il sito di aste eBay, che fino a pochi anni or sono era sinonimo di “acquisti on-line” soprattutto in quei paesi (come l’Italia) in cui Amazon non era ancora presente con una succursale ufficiale, è naturalmente parte del lotto di aziende che ha dovuto giocoforza adottare nuove misure nel rispetto delle norme del GDPR. Norme che, in sostanza, promettono all’utente un maggiore controllo sul modo in cui vengono trattati i suoi dati personali a scopo pubblicitario.

Le nuove impostazioni di eBay sono raggiungibili sulla pagina Pubblicità e relative impostazioni, uno strumento di configurazione esclusivo per i “clienti dello Spazio economico europeo (SEE)” che permette di verificare il modo in cui il servizio usa i dati degli utenti per mostrare le inserzioni pubblicitarie.

Una raccolta cospicua

La pagina “GDPR” di eBay fornisce spiegazioni dettagliate sul modo in cui i dati vengono utilizzati, a cominciare dal tipo di informazioni raccolte durante la navigazione. L’elenco completo dei dati usati a scopo di profilazione include le seguenti voci:

  • Tipo di browser e relative impostazioni;
  • Informazioni relative al sistema operativo del dispositivo;
  • Dati relativi ai cookie;
  • Informazioni relative ad altri identificatori del dispositivo;
  • L’indirizzo IP da cui il dispositivo accede al sito web di eBay o all’applicazione per dispositivo mobile del cliente;
  • Informazioni relative all’attività dell’utente, comprese le pagine Web visitate e le applicazioni per dispositivi mobili utilizzate;
  • Informazioni relative alla posizione geografica del dispositivo al momento dell’accesso a un sito Web o a un’applicazione per dispositivi mobili.

eBay condivide le suddette informazioni con i partner del servizio – sia che si tratti di aziende specializzate in advertising o meno. Dalla pagina delle impostazioni è possibile consultare il lungo, lunghissimo elenco di questi “partner” della profilazione, usando il pulsante Mostra partner presente per ciascuna delle funzioni pubblicitarie del sito (Selezione, ordinazione e segnalazione dei contenuti, Miglioramenti del sito Web, Pubblicità di Google eccetera). In alternativa, per chi non ha alcun interesse ad avere messaggi pubblicitari “personalizzati” su un sito di aste come eBay, è possibile spostare gli interruttori di tutte le sezioni verso il No, infine premere il pulsante Accetta e procedi in alto per salvare le nuove impostazioni.

Disabilita e spera

In realtà, l’interruttore spostato verso il No delle diverse sezioni della pagina sembra nascondere un “trucco”: una volta disabilitata un’intera sezione tramite il suddetto interruttore, se si prova ad accedere alla lista dei partner sottostante ci si troverà con la condivisione delle informazioni ancora abilitata. Occorre quindi fare attenzione e procedere, con molta, moltissima pazienza, a disabilitare ogni singola azienda partner su ogni sezione e poi salvare le impostazioni con il pulsante Accetta e procedi.

Anche in questo caso, comunque, nulla è garantito: alcuni servizi di profilazione richiedono la cancellazione esplicita da parte dell’utente (opt-out), mentre dai nostri test effettuati per disabilitare globalmente la raccolta di informazioni presso i consorzi di aziende specializzate NAI, DAA o EDAA (come consigliato anche da eBay), sono emersi solo tanti messaggi di errore e nessuna operazione di opt-out effettuata con successo. GDPR o non GDPR, insomma, la strada verso il rispetto autentico dei dati e della vita digitale degli utenti sembra ancora parecchio in salita.