Domanda. Credo che come me altre persone si trovino nella condizione di dover utilizzare software datati che richiedono le oramai vetuste interfacce seriali Rs-232, soprattutto quando queste sono gestite mediante accessi diretti a Com1 o Com2. A breve dovrò sostituire il mio notebook, un Dell di quattro anni fa ancora dotato di porta seriale, e sarò costretto a portarmi dietro due computer per gestire ancora i software che girano su Windows 98, virtualizzati in ambiente XP. Purtroppo, spesso i convertitori Usb-seriale non funzionano e ciò impedisce di usare un Pc nuovo per far girare i software in questione. Ogni tanto mi trovo a dover accendere ancora un vecchio computer di 12 anni fa, l’unico mezzo per ripristinare vecchi software di macchine utensili a controllo numerico.
A volte, anche con la virtualizzazione non si riesce a dialogare con l’elettronica integrata in questi dispositivi e non si può certo dire ai clienti di cambiare un macchinario solo perché con i computer di ultima generazione la manutenzione non sarà più possibile. Non a caso si è sviluppato un mercato di vecchi notebook riparati, ma ciò non risolve il problema di doversi portare dietro più Pc e con l’abbandono del supporto tecnico da parte dei produttori è inevitabile che si creino delle falle nella sicurezza. Anche a me piace gestire la Tv o l’amplificatore Hi-Fi da smartphone o tablet o ricevere assistenza da remoto, ma non so se impedire di collegarsi al mondo esterno, anche se obsoleto, possa essere una scelta corretta nei confronti dell’utenza.
Risposta. Nei computer di ultima generazione i produttori hanno adottato politiche molto aggressive di legacy removal, ovvero la rimozione di interfacce e standard considerati inutili e obsoleti. Sono così scomparse non solo le interfacce seriali e parallele, ma anche i controller per floppy disk, per dischi fissi Ide e le unità ottiche Parallel Ata, oltre agli ultimi slot Pci. Ciò ha obbligato molti utenti, al momento dell’aggiornamento del proprio computer, a rottamare periferiche ancora perfettamente utilizzabili nelle configurazioni precedenti.
Nella maggior parte dei casi queste possono essere sostituite con una spesa minima, perciò oggi non ha più senso mantenere scanner, stampanti e webcam per porta parallela. In altre situazioni, invece, il passaggio non è altrettanto semplice, come dimostra il caso del lettore: le porte seriali, che nell’immaginario collettivo sono state pensionate con i modem 56K, spesso sono l’unico tramite per scambiare dati con apparecchiature professionali o con macchinari a controllo numerico e nessuna alternativa offre le stesse garanzie di una tradizionale interfaccia Rs-232. Gli adattatori Usb-seriale dipendono strettamente dalla qualità del software di supporto e, sotto questo aspetto, alcuni produttori si sono impegnati molto per sviluppare driver che emulano correttamente le porte Com1 e Com2 e i meccanismi di gestione degli interrupt. Gli adattatori Usb-seriale di questo tipo funzionano bene con i software più datati, ma possono risultare incompatibili con le ultime versioni di Windows o in particolari configurazioni hardware. Prima di dotarsi di questi adattatori ci si dovrebbe sempre accordare col rivenditore per avere garanzia di risarcimento in caso di mancato funzionamento.
In alternativa agli adattatori Usb-seriale, alcuni notebook permettono d’installare un’interfaccia Rs-232 per slot ExpressCard, soluzione che consente di gestire la seriale direttamente dal sistema operativo senza bisogno di driver aggiuntivi. Purtroppo, i notebook e gli ultrabook di ultima generazione sono privi di slot di questo tipo e impediscono questa linea d’azione. Infine, per i computer desktop sono disponibili schede Pci Express che consentono di aggiungere due porte Rs-232 e una porta parallela. Anche in questo caso si ottiene un buon livello di funzionalità , ma il costo di questi componenti può raggiungere e superare 50 euro. Come spesso accade, i produttori fanno leva sul fatto che chi si trova ad aver bisogno di queste schede d’espansione spesso non ha alternative ed è costretto a pagare la somma richiesta.
Ci auguriamo che una delle soluzioni indicate sia adeguata alle necessità del lettore e gli consenta di continuare a utilizzare gli strumenti richiesti dalla sua attività professionale.