Domanda: Da parte di diverse case costruttrici Panasonic, Sony, Samsung, LG, Toshiba, e così via, sono ormai disponibili televisori Ultra High Definition da 55 pollici (o anche più grandi!). Considerando il fatto che le trasmissioni ad alta definizione in Italia sono quantomeno sporadiche, i televisori in questione sono obbligati a fare ricorso alle funzioni di upscaling dell’immagine. I sistemi di ridimensionamento utilizzati per ingrandire l’immagine fino alla risoluzione Ultra High Definition si basano tutti sugli stessi algoritmi? o alcuni sono dotati di tecnologie proprietarie? I processori utilizzati per questo scopo si equivalgono? Sono stati eseguiti test e riscontri visivi?
Risposta: Le tecnologie utilizzate per il ridimensionamento sono uno dei fattori che influenza in maggior misura la qualità finale dell’immagine. In passato l’implementazione di algoritmi di upscaling era seriamente limitata dalla potenza dei processori integrati negli apparecchi televisivi. Infatti la loro capacità di elaborazione era quasi del tutto destinata alla decodifica dei flussi audio/video compressi con le tecnologie Mpeg-1/Mpeg-2.
Con l’evoluzione dell’hardware, la potenza di elaborazione è cresciuta e ora è possibile implementare filtri di miglioramento dell’immagine e algoritmi di ridimensionamento raffinati che introducono un degrado molto contenuto. Per ottenere un risultato ottimale l’algoritmo deve essere sviluppato conoscendo le caratteristiche del pannello Lcd al quale sarà abbinato: per esempio in alcuni schermi le distanze tra i cristalli liquidi che rappresentano i colori primari è differenziata e questo dato deve essere tenuto in considerazione durante le operazioni di ridimensionamento. Allo stesso modo, spesso i canali televisivi sono obbligati ad allungare in orizzontale l’immagine, in modo da riempire tutto il display 16:9 con un video che, in origine, era stato prodotto per televisori tradizionali con rapporto 4:3. Questa operazione introduce inevitabilmente un degrado che potrebbe poi sommarsi a un ulteriore peggioramento introdotto dalla procedura di upscaling eseguita in locale dal televisore. I due algoritmi di ridimensionamento molto spesso adottano tecniche incompatibili tra di loro che possono portare all’amplificazione degli errori introdotti nell’immagine originale. È per questo motivo che i canali ad alta definizione spesso preferiscono trasmettere con una cornice nera sui quattro lati: in questo modo il materiale video è inviato allo spettatore nel suo formato originale, lasciando al televisore il compito di ridimensionarlo in base allo schermo a disposizione. Eseguendo questa operazione in locale e con un singolo passaggio si evita il problema descritto in precedenza, garantendo una qualità ottimale di riproduzione.
Un altro fattore che bisogna tenere presente è che ormai tutti i network televisivi danno per scontato che il televisore abbia uno schermo 16:9 con risoluzione Full Hd (1920×1080) e le trasmissioni sono ottimizzate per questo formato. Alcuni televisori di fascia economica sono invece conformi alle specifiche Hd Ready, denominazione “mendace” che in realtà indica una risoluzione ridotta rispetto al Full Hd e obbliga a introdurre un ridimensionamento (in questo caso, downscaling ovvero riduzione della risoluzione) anche quando il canale televisivo trasmette in alta definizione. Ciò ha come conseguenza che sui televisori Hd Ready la riproduzione non è mai ottimale: quando il video originale non è in alta definizione viene allargato per riempire lo schermo e se il flusso di dati è veramente ad alta definizione deve essere ridotto per entrare nella risoluzione disponibile.
Considerato il costo ormai contenuto degli schermi Full Hd, i televisori Hd Ready dovrebbero essere sempre evitati. Come linee generali possiamo concludere dicendo che il degrado introdotto con il ridimensionamento dell’immagine è un problema che riguarda principalmente le generazioni precedenti dei televisori a schermo piatto. I televisori Full Hd attuali o Ultra High Definition, di recente introduzione, sono provvisti di potenza di elaborazione adeguata ad implementare algoritmi raffinati che preservano la qualità dell’immagine. È comunque innegabile che nei televisori al top della gamma (Uhd o 4K) la resa a schermo sia superiore ma questo risultato è ottenuto grazie ad una serie di tecnologie che ottimizzano la fedeltà cromatica e non solo con il miglioramento delle funzioni di ridimensionamento dell’immagine.