Con le penultima versione delle proprie macchine (quelle basate su architettura Sandy Bridge), Apple ha introdotto la porta proprietaria Thunderbolt. Come dice la stessa Apple: “Thunderbolt è una tecnologia di input/output rivoluzionaria: supporta monitor HD e dispositivi dati ad alte prestazioni tramite un’unica, piccola porta, fissando nuovi standard di velocità , versatilità e semplicità . E la trovi sui nuovi MacBook Air, MacBook Pro, iMac e Mac mini“. Una tecnologia molto interessante, con velocità di trasferimento da brivido: 10 Gbps per ognuno dei due canali offerti dalla tecnologia, contro i “soli” 5 Gbps dell’Usb 3.0 (e un solo canale), o gli 800 Mbps del Firewire 800 o i pochissimi 480 Mbps dell’Usb 2.0.
Bellissimo, peccato che sia tutto carissimo (solo il cavo costa 50 euro e ci sono pochissime alternative). Che senso ha avere un disco esterno per i dati pagandolo svariate volte di più di uno Ubs 3.0? Per lo streaming video? Lo supporta benissimo anche l’Usb 3.0.
Però, c’è un ambito in cui la tecnologia Thunderbolt si ripaga completamente. Se avete un iMac di penultima generazione vi sarete resi conto di come tanta potenza sia limitata da un disco interno imbarazzate. Apple ha infatti privilegiato la stabilità e sicurezza del sistema, piuttosto che le prestazioni e per questa ragione ha inserito nella versione base un Seagate da 1 TB e da 5400 giri, un disco solido e veloce come una tartaruga. Il 27″ che di base ha un i7 Quad-core soffre proprio durante gli accessi al disco: l’avvio è lento e soprattutto applicazioni importanti (nel senso della dimensione del file e della memoria che richiedono) come Indesign, o Photoshop sono lentissime ad avviarsi. E allora ci si chiede: “perché ho preso questo bellissimo bestione dai piedi d’argilla?”
La soluzione ideale per risolvere la situazione sarebbe quella di smontare l’iMac e sostituire il disco. Mission Impossibile. Aprire i nuovi iMac è complicatissimo e pochi possono farlo senza trovarsi poi con qualcosa che non funziona. Meglio evitare.
Si può risolvere il tutto con un cavo Thunderbolt Apple (50 euro), un adattatore Thunderbolt FreeAgent di Seagate (119 euro) ai quali accoppiare un bel disco Ssd (per esempio un prestante Samsung Serie 830 – circa 120/130 euro). Con meno di 300 euro si ha un sistema a doppio boot in grado di offrire prestazioni esaltanti anche nella sezione disco. Soldi ben spesi, vi assicuro.
Guardate il video con il test che abbiamo realizzato: