Nel 2014 abbiamo visto Facebook acquisire Oculus VR, una startup nata dalla passione dal giovane Palmer Luckey, oggi ventitreenne, per il gaming abbinato agli HMD (Head-Mounted Display), i visori indossabili realizzati per la realtà virtuale.
Il visore Oculus Rift nel frattempo ha continuato a far parlare di sé e delle evoluzioni del prototipo, fino all’annuncio della versione definitiva, avvenuto a gennaio durante il CES 2016, con l’annuncio della disponibilità al preordine.
Malgrado il Rift sia stato progettato e realizzato alla scopo di renderlo accessibile ai più, il prezzo non è esattamente economico: per il mercato europeo si parla di poco meno di 700 euro. Gli acquirenti più veloci se lo vedranno recapitare non prima di marzo, mentre chi è arrivato con più calma dovrà aspettare altri tre mesi.
Anche i requisiti dei sistemi sui quali utilizzare il visore non sono esattamente alla portata di tutti, viste le alte prestazioni necessarie, ma dovrebbe risultare chiaro ormai che in questa fase, il mercato di riferimento è rappresentato dai videogiocatori più esigenti, già abituati a investire su macchine performanti, e dagli sviluppatori del settore.
A distanza di tempo, non è ancora chiaro se l’investimento di Facebook debba essere visto come un ampliamento della propria offerta, espandendosi in canali diversi da quelli “social”, o se la visione del futuro di Zuckerberg e soci includa l’implementazione della realtà virtuale in ambienti vicini alla comunicazione online. Appare ormai certo che i colossi del web stanno orientando la loro attenzione proprio verso questi nuovi scenari virtuali e aumentati.
Google, già creatore di Cardboard, un visore per la realtà virtuale e aumentata tanto economico da essere fatto perlopiù in cartone, per un costo di 20 dollari nella versione V2.0, o di 10 dollari se si acquista solo l’esigua componentistica, ha recentemente rivelato l’esistenza di un team interno specializzato proprio nelle tecnologie VR. A capo della divisione c’è Clay Bavor, che precedentemente si era occupato di prodotti come Gmail, Drive, Docs e più in generale degli strumenti per le aziende. L’anno scorso Google ha investito 500 milioni di dollari su Magic Leap, una società che sta sviluppando una tecnologia mirata al 3D capace di inserire oggetti tridimensionali in uno scenario reale, con risultati stupefacenti.
Google, oltre alle sue app compatibili con Cardboard, sta ultimamente puntando molto anche sulle immagini navigabili a 360 gradi realizzate con Photo Sphere, recentemente approdate anche su Google Foto. Queste, già piacevolmente apprezzabili con il visore, sembrano far presagire nuovi modi di navigare e reinterpretare gli spazi online. Considerando che anche Microsoft, un anno fa, mostrava al mondo il suo HoloLens, un visore che si posiziona tra la realtà virtuale e quella aumentata, per il futuro possiamo aspettarci la nascita di nuovi modi di fruire delle tecnologie online.
Barbara Ripepi