Anche IBM ha in serbo novità interessanti per quanto riguarda le soluzioni di cloud ibrido, che in tanti contesti si caratterizzano per la maggior flessibilità , consentendo alle aziende di investire in maniera più efficiente nell’adozione degli standard tecnologici più evoluti, attraverso i quali mantenere le proprie realtà imprenditoriali al passo con l’evoluzione attuale.
Big Blue, in questo senso, durante l’Edge 2016 ha annunciato novità sulle due piattaforme Power e Z, annunciando nel primo caso l’arrivo dei server Power Systems for cloud, i quali possono contare sulla tecnologia Power, con tanto di preoconfigurazione per il management della “nuvola” attraverso una piattaforma realizzata a partire da OpenStack.
Questi nuovi server sono perfetti per realizzare soluzioni “nuvola” di tipo privato da impiegare per la gestione workload AIX, IBM i e Linux, con la possibilità anche di estenderne le capacità sfruttando gli strumenti presenti in IBM Cloud.
Nel caso della piattaforma z Systems, invece, l’azienda di Ginni Rometty ha comunicato l’arrivo di IBM z Systems Operational Insights, un servizio SaaS per l’analisi dell’ambiente cloud relativa ad applicazioni z, per monitorare le prestazioni: grazie all’interazione con Omegamon APM e Common Data Provider, poi, anche la gestione e l’analisi degli ambienti di tipo ibrido risulta più facile, pure impiegando soluzioni analitiche non IBM.
Big Blue ha anche annunciato il lancio di novità realizzate in collaborazione con altri partner, come nel caso di Canonical, con la realizzazione di Ubuntu OpenStack (LinuxOne, Z, Power e OpenPower – tra cui i server LC) o ancora, nel caso di Red Hat, con lo sviluppo di soluzioni per il cloud ibrido usando RHEL e altre soluzioni proprietarie di quest’azienda.
IBM ha infine collaborato con Hortonworks per effettuare il porting di Hadoop, o ancora, con Mirantis nell’ambito di OpenStack e, infine, con NGINX in merito al load balancer Plus R10.