Il colosso di Santa Clara è costretto a riportare in vita una CPU appena defunta per sopperire ai soliti problemi produttivi, mentre il nuovo CEO vuole una rivoluzione nelle strategie aziendali per l’approccio al mercato dei chip.
L’impossibilità di Intel di soddisfare le richieste di mercato con la produzione delle sue potenti CPU Core a 14nm è conclamata, AMD continua a riconquistare terreno sul rivale di sempre e Chipzilla si trova costretta persino a riportare in vita il Pentium G3420. Uno “zombi” di CPU decisamente poco al passo coi tempi ma necessario per sopperire ai problemi con il passaggio al nodo produttivo a 10 nanometri.
Arrivata ufficialmente sul mercato nel 2013, Pentium G3420 è una CPU dual-core (senza Hyperthreading) con un clock a 3,2GHz, è basata su microarchitettura Haswell a 22nm ed è in grado di supportare lo standard DDR3-1600 come velocità massima per i chip di memoria. Le vendite del chip Haswell sarebbero dovute terminale definitivamente una settimana fa, ma un nuovo documento conferma ora che il processore continuerà a essere disponibile sul mercato e per i produttori OEM.
La produzione in volumi di una CPU a 22nm dovrebbe ovviamente porre molti meno problemi dello “stampaggio” litografico dei più complessi chip a 14nm, anche se le caratteristiche tecniche e le performance del Pentium G3420 (assolutamente insufficienti per lo scenario informatico moderno) dovrebbero suggerire alla stragrande maggiora degli utenti di stare alla larga da questa nuova “offerta” di Intel&partner.
Stando a quanto dichiarato dal CEO Robert “Bob” Swan in occasione di una recente conferenza organizzata da Credit Suisse, in futuro Intel dovrebbe cambiare in maniera radicale il proprio approccio al mercato anche a seguito dell’impossibilità di raggiungere gli obiettivi di efficienza produttiva inizialmente fissati per le fabbriche per i nuovi nodi a 10nm e oltre.
Piuttosto che avere l’ossessione per il mantenimento di una quota di mercato del 90% nel solo business delle CPU per computer, ha detto Swan, Chipzilla dovrà concentrarsi sull’espansione in nuovi mercati. Una fetta del 30% dell’intero settore dei chip al silicio (che in totale vale $288 miliardi) dovrà essere il nuovo target di Intel, ha dichiarato il CEO della corporation, e ciò vorrà dire pensare a “risolvere i problemi dei clienti” non solo in ambito CPU ma anche con le GPU, i chip specializzati per l’intelligenza artificiale, gli FPGA e altro ancora. Sperando che queste nuove iniziative non facciano la fine dei modem 5G.