Arriva puntuale da Bruxelles la notizia che la Commissione responsabile della Concorrenza dell’Unione Europea, nella persona di Neelie Kroes, ha imposto a Intel una multa pari a 1,06 miliardi di euro per abuso di posizione dominante di mercato volta ad escludere i competitor dal mercato dei microprocessori.
La Commissione ha anche ordinato a Intel di cessare immediatamente le pratiche illegali di cui il più grande produttore di chip si sarebbe reso colpevole nel periodo intercorso tra ottobre 2002 e dicembre 2007 e che sarebbero ancora in corso. In quell’arco di tempo infatti l’azienda, che allora deteneva circa il 70% del market share mondiale dei microprocessori, avrebbe corrisposto denaro sotto banco ai principali produttori di PC (Acer, Dell, Hp, Lenovo e Nec) affinché utilizzassero i suoi chip al posto di quelli di AMD. Lo stesso avrebbe fatto con Media Saturn, proprietaria della catena distributiva MediaMarkt affinché scegliessero solo i computer a marchio Intel. Non solo, la società di Santa Clara avrebbe anche praticato politiche di sconti volte a favorire i produttori che sceglievano i processori Intel su tutte le linee di prodotto, penalizzando a livello di prezzi, quanti invece adottavano AMD su alcune linee di PC.
Questo comportamento, secondo la Commissione responsabile della Concorrenza, sarebbe stato lesivo nei confronti dei clienti e consumatori finali, in quanto avrebbe impedito loro di scegliere liberamente tra diverse alternative di prodotti. In secondo luogo Intel avrebbe pagato direttamente i produttori di computer affinchè posticipassero o addirittura annullassero il rilascio di prodotti basati sui chip alternativi ai suoi (cioé AMD).
Boicottando la capacità di competizione dei suoi concorrenti, basata sulla qualità dei loro prodotti, Intel avrebbe di fatto boicottato anche la capacità di innovazione e di competizione del mercato stesso dei microprocessori (un mercato quello delle CPU x86 che vale 22 miliardi di euro all’anno e che in Europa cuba il 30% di tale cifra).
“Intel ha ingiuriato milioni di consumatori europei, agendo deliberatamente per tenere fuori dal mercato per diversi anni i suoi competitor. Una violazione così seria e sostanziale delle regole dell’antitrust non può essere tollerata” ha detto Neelie Kroes, Commissario della Concorrenza nell’Unione Europea.
Immediata la reazione di Paul Otellini, Ceo di Intel, che in una dichiarazione diffusa alla stampa ha detto di non condividere assolutamente la decisione della Commissione Europea e ha così commentato: “Riteniamo che le nostre attività non abbiano violato le leggi europee. La conseguenza naturale di un mercato competitivo con solo due player primari è che quando uno dei due incrementa le proprie vendite, lo stesso non accade all’altro. La Direzione Generale per la Concorrenza della Commissione Europea ha ignorato o non ha voluto acquisire prove significative che contraddicono la sua decisione. Questi riscontri dimostrano come il mercato premi le aziende che agiscono bene, mentre si comporti all’opposto nei confronti di aziende che non performano”.
“Intel non vende mai sottocosto. Abbiamo costantemente investito in innovazione e nella produzione e sviluppo di tecnologia d’avanguardia. Il risultato è che siamo in grado di praticare sconti sui nostri prodotti così da competere in un mercato altamente concorrenziale, offrendo ai nostri clienti la qualità del leader mondiale nella produzione di microprocessori”.
Infine, ha aggiunto Otellini, ” non vi è alcun dubbio che Intel continuerà a investire nei prodotti e nelle tecnologie che assicurano all’Europa e al resto del mondo le migliori performance di processore ai prezzi più bassi.”
L’entità della multa è stata calcolata, ha detto l’Unione Europea, tenendo conto della durata e della gravità della violazione e basandosi sul valore delle vendite delle Cpu Intel nel mercato europeo.