Intel ha annunciato l’arrivo della sua ultima generazione di processori Xeon, unità computazionali che ancora sfruttano il processo produttivo a 14-nm ma fanno salire a 56 il numero di core computazionali “fisici” disponibili per OS e applicazioni.
Intel ha annunciato ufficialmente la sua “next-generation” di CPU Xeon, processori noti col nome in codice di Cooper Lake che si caratterizzano soprattutto per un aumento significativo del numero di core fisici disponibili. Le CPU Xeon Scalable Cooper Lake includeranno infatti unità computazionali dotate fino a un massimo di 56-core, una configurazione ideale per le applicazioni HPC (High-Performance Computing) e server in cui è necessario un gran numero di unità di calcolo individuali.
L’architettura Cooper Lake e i suoi 56 core fisici (con 112 thread logici gestibili in contemporanea) andranno ad aggiungersi all’attuale offerta della famiglia Xeon Scalable Platinum 9200, ha comunicato Intel, e continuerà a utilizzare il processo produttivo a 14 nanometri in attesa che i “derivati” di Ice Lake (attualmente in arrivo sui laptop consumer ultraslim) portino i frutti dei 10 nm anche nel mondo server e HPC.
Cooper Lake adotterà una soluzione di tipo socket piuttosto che essere disponibile in formato esclusivamente pre-assemblato (e pre-saldato) su griglia BGA. Il socket di Cooper Lake sarà lo stesso che verrà utilizzato dalle future CPU Xeon basate su Ice Lake, ha confermato Intel, una “compatibilità di piattaforma” che conferma di fatto l’introduzione di un nuovo socket destinato a essere utilizzato anche sulle motherboard future.
Altra caratteristica qualificante di Cooper Lake sarà poi la disponibilità di istruzioni specificatamente pensate per accelerare i calcoli a base di intelligenza artificiale, dice ancora Intel, una novità introdotta per la prima volta nel set di istruzioni x86 che dovrebbe rendere le nuove CPU Xeon ancora più competitive sul fronte HPC. Sempre che AMD non risponda per le rime con l’architettura Zen 2 declinata in chiave server (EPYC Rome).