Non passa giorno senza che ci siano interessanti aggiornamenti circa gli sviluppi compiuti dall’intelligenza artificiale. A questo proposito, oggi vogliamo parlarvi di come l’AI sviluppata da un gruppo di ricercatori del famoso Massachusetts Instituite of Technology (MIT) di Boston, sia riuscita a compiere un ulteriore passo avanti superando il cosiddetto test di Turing.
Il predetto test permette di stabilire se l’intelligenza artificiale di una macchina sia pressoché indistinguibile da quella di un normale essere umano. Nel caso di Boston, l’intelligenza artificiale è stata in grado di affrontare una sorta di “esame orale“: le è stato infatti chiesto di associare ad un filmato senza audio, i suoni che potessero essere messi correttamente in relazione con le immagini proiettate.
Il team guidato da Andrew Owens, attraverso la creazione di algoritmi evoluti e un processo di autoapprendimento, ha permesso alla macchina di sviluppare l’abilità di stabilire quali siano i suoni da abbinare alle immagini: per ottenere questo risultato, è stato necessario ricorrere alla proiezione di un migliaio di video senza sonoro e, allo stesso tempo, l’intelligenza artificiale ha anche ascoltato 46.000 suoni differenti.
Dopo aver analizzato le proprietà sonore dei fotogrammi, l’AI cerca nel database quelli che potrebbero essere correttamente sovrapponibili, ottenendo quindi un abbinamento corretto. Grazie a questi algoritmi evoluti, l’intelligenza artificiale può quindi arrivare a comprendere poi la reale natura degli oggetti che emettono i suoni, per esempio individuando sagome e materiali di cui sono composti.
In futuro, quindi, le macchine potrebbero arrivare a supportare la creazione di effetti sonori per il mondo cinematografico, o ancora, potrebbero anche comprendere in maniera più complessa l’ambiente in cui si trovano coinvolte.