Il binomio tra gadget tecnologici e Sim, sin dall’arrivo sul mercato dei primi cellulari, ci ha abituati a pensare allo stesso come qualcosa di inossidabile. Poi è arrivata l’era dell’IOT, l’Internet delle Cose, e con essa anche gli oggetti iniziano a comunicare, raccogliendo e trasferendo informazioni tra di loro, con il risultato che automobili, elettrodomestici e dispositivi di ogni genere si interfacciano nella vita delle persone anche in remoto.
Questa tendenza è sempre più in crescita, e con essa, nasce anche la necessità di rendere possibile la distribuzione di beni tecnologici su tanti mercati differenti, pone la sfida di permettere una più semplice impostazione dei parametri utili a far comunicare gli oggetti: ecco quindi che la buona vecchia Sim che eravamo abituati ad acquistare da un operatore, inserendola nell’apposito slot, potrebbe presto lasciare spazio ad una E-Sim.
Dotando sin dalla fabbrica gli apparecchi di E-Sim, gli operatori delle telecomunicazioni non si ritroverebbero più a fungere da intermediari come accade nel presente: un esempio in questo senso ci giunge dagli USA, dove il Google Project Fi mette gli utenti nella condizione di ottenere sempre il miglior segnale disponibile (sia da Wi-Fi sia da rete mobile), con una selezione che avviene in funzione della forza del segnale disponibile nell’area.
Il terminale diventa quindi parte attiva, scartando una compagnia per un’altra sulla base del criterio del campo disponibile: il numero di telefono associato alla SIM, si libera dal vecchio vincolo dell’appartenenza ad un brand piuttosto che un altro, superando anche il concetto di roaming. Smartphone, frigoriferi, automobili e tanti altri oggetti avranno davvero un ruolo attivo: e il vecchio rapporto col gestore diventerà solo un ricordo?