L’ultima occasione per parlare pubblicamente della necessità di introdurre degli standard minimi comuni per la sicurezza nell’ambito dell’IoT si è presentata durante il DLA Piper European Technology Summit, durante il quale gli esperti di Internet of Things hanno sottolineato come sia tempo di incrementare la sicurezza informatica in questo settore, per proteggere aziende ed utenti dai rischi derivanti dall’uso di oggetti connessi.
Tra gli innumerevoli esempi che si sono avuti nel corso degli ultimi tempi, gli hacking compiuti a danno del settore automotive, hanno riacceso i riflettori della cronaca su questo comparto che, per quanto non sia l’unico a richiedere un intervento per garantire maggiore sicurezza, ha comunque necessità di essere oggetto di attenzioni particolari da parte di tutti gli attori di questo promettente mercato tecnologico.
Partendo dal presupposto che non esistano software sicuri al 100 percento, si fa strada anche l’ipotesi di sottoporre a speciali polizze assicurative i rischi derivanti dall’utilizzo di soluzioni IoT. Un progetto in questo senso giunge dal mondo automotive, dove alcuni costruttori di auto hanno già manifestato questo tipo di approccio per contenere i rischi correlati alle auto con guida autonoma, lasciando comunque sul tavolo un quesito.
Chi dovrebbe infatti accollarsi i costi di queste coperture assicurative? Ma un’altra domanda importante è quella che riguarda la necessità di indicare quali siano degli standard di sicurezza minimi e comuni contro eventuali violazioni ai sistemi IoT (con il conseguente furto di dati): l’unico modo per rispondere a questo quesito, sarebbe insito nell’emanazione di norme che indichino questi standard, creando certezza e chiarezza al riguardo.
Una volta stabiliti i criteri minimi da adottare nella realizzazione di queste soluzioni tecnologiche, diventerebbe pure possibile richiedere certificazioni al riguardo, facendo prevenzione contro eventuali lacune in sistemi arretrati – spingendo le aziende ad evitare le sanzioni derivanti dal mancato adeguamento dei prodotti agli standard minimi – creando anche un maggior livello di sicurezza percepita tra gli utenti.