In tantissimi attendono l’arrivo in Italia del gioiellino telefonico Apple, e allo stesso tempo attendono di sapere quale sarà il salasso economico necessario per accaparrarselo.
Altroconsumo, allarmato a causa dei contratti stipulati da Apple nel mercato inglese con O2, in quello tedesco con T-Mobile e francese con Orange, ci mette in guardia sulle possibili conseguenze dell’iPhone italiano.
“Lanciato sul mercato americano, dove in tre mesi ne sono stati venduti più di un milione di esemplari, soprattutto tra gli adolescenti (l’82% degli utilizzatori), l’iPhone è già un best seller. Bello e desiderabile lo è di sicuro, ma non mancano le pecche.
Prima fra tutte è il fatto che questo concentrato di tecnologia venga distribuito con un “blocco”, cioè ha un sim lock, una sorta di lucchetto che impedisce al dispositivo di funzionare con un operatore telefonico diverso da quello con cui il colosso di Cupertino ha stretto accordi.
Negli Stati Uniti funziona solo con la rete di AT&T: il blocco dura due anni. “
“In Europa, Apple ha firmato un contratto con O2 (in Gran Bretagna), T-Mobile (Germania) e Orange (Francia).
Per l’Italia si è parlato di una trattativa con Telecom.
Non sono stati ancora resi noti i termini dell’accordo con Orange. I nostri cugini d’Oltralpe hanno una legislazione simile alla nostra sulla vendita di prodotti legati a un servizio. In attesa di capire con quale tipo di abbonamento sarà venduto in Francia, l’Arcep (l’Autorità francese delle comunicazioni) ha dichiarato che “è un diritto del consumatore, sei mesi dopo l’acquisto di un apparecchio, di chiedere all’operatore di “sbloccarlo”. In questo caso il gestore non può opporsi”.”
Altroconsumo chiede dunque una costante vigilanza sulla messa in vendita di iPhone, augurandosi che avvenga il prima possibile ma seguendo fedelmente la legislazione italiana che mai come ora può aiutare i consumatori a difendersi dalla posizione dominante di alcune aziende.
“L’Agcom ha infatti sancito che non solo il sim lock non può durare più di 18 mesi ma che, se si vuole vendere un apparecchio bloccato, questo avrà un prezzo molto più basso rispetto al suo prezzo pieno. In altre parole, sì al “blocco” ma solo in cambio di un sussidio sul prezzo, un consistente sconto. Altrimenti il consumatore rinuncerebbe alla propria libertà in cambio di nulla. C’è di più. La legge Bersani ha stabilito che il consumatore, in caso di obbligo contrattuale di un certo numero di anni, ha diritto di recesso in qualunque momento, sottolineando che non è possibile far pagare una penale giustificata dai costi che l’operatore è costretto a sostenere in questi casi.
Esiste poi l’obbligo di vendere un apparecchio, e l’iPhone non dovrà fare eccezione, sia nella versione “bloccata” si in quella “sbloccata”, ovviamente con prezzi differenti. Il livello di guardia è ancora più alto perché Apple detiene il 75% del mercato dei lettori di musica digitale.
Inoltre ha un sistema chiuso a terze parti (che è già sotto indagine in Francia) e di conseguenza comincia a farsi concreto il rischio che possa estendere la sua posizione dominante nel mercato degli apparecchi integrati (lettori di musica-telefonino-smartphone).
Se poi in Italia dà l’esclusiva a un operatore come Tim/Telecom, che è già stato notificato per la sua notevole forza di mercato, potrebbero esserci dei seri pericoli di tipo concorrenziale. ”
L’attesa per iPhone sta dunque crescendo anche in Italia, uno dei mercati più avanzati nel settore della telefonia cellulare. Resta ora da capire quali saranno le mosse di Apple; presenterà qui da noi una versione aggiornata con UMTS o rimarrà fedele all’originale americana EDGE?
L’utenza italiana “sopporterà ” inoltre l’assenza di MMS, videochiamata e possibilità di registrare filmati?
L’operatore al quale si legherà Apple riuscirà a proporre tariffe convenienti? Una prima, vera, flat?