Ma serve un activity tracker? Per chi non li conoscesse, gli activity tracker sono quei braccialetti che tengono sotto controllo il nostro movimento e ci informano su come abbiamo dormito. Ci dicono quanti passi abbiamo fatto al giorno, quante ore di sonno ci siamo concessi e ci svegliano silenziosamente per non dar fastidio al o alla nostra partner (in pratica vibrano). Alcuni valutano anche quanto tempo state fermi alla scrivania e ogni tanto vi avvertono (sempre con la vibrazione) che dovete muovervi un po’. Generalmente sono di semplice costruzione: non hanno display (o se ce l’hanno è molto piccolo), non vi avvertono di telefonate o messaggi in arrivo, non visualizzano note o appuntamenti. Sono robusti e impermeabili. Insomma, sono utili per l’attività fisica e non sono smartwatch.
Servono? Secondo me sì, soprattutto perché anche il semplice camminare (almeno 10.000 passi al giorno) fa bene alla salute e un activity tracker non solo ti dice quanti passi hai fatto al giorno ma ti motiva a raggiungere l’obbiettivo che ti sei prefissato. E per migliorare la motivazione puoi entrare nella community dei camminatori e mettere a confronto i tuoi risultati con quelli dei tuoi amici. A volte basta poco, come andare a prendere la metropolitana a piedi invece di aspettare l’autobus.
Passiamo allora alla prova. Qui potere leggere il test che avevo effettuato mettendo a confronto l’UP 24 di Jawbone e il Pulse. Ora ho messo a confronto sempre l’UP 24 ma con il Fitbit Flex, due degli oggetti più venduti per il monitoraggio delle nostre attività . L’ho fatto anche perché ci sono delle novità interessanti che riguardano i due prodotti: con l’aggiornamento del firmware l’autonomia dell’UP 24 è praticamente raddoppiata, passando da una a ben due settimane (io che sono maniaco dell’autonomia ho trovato questo upgrade eccellente) mentre Fitbit ha rilasciato l’app per Windows Phone 8 ed è l’unico activity tracker dei più famosi con un’applicazione specifica per il sistema operativo per smartphone di Microsoft. Entrambi i prodotti, però, permettono la sincronizzazione solo con i dispositivi che supportano il Bluetooth 4.0 Low Energy (gli iPhone dal 4s in su e gli Android con la versione 4.3 del sistema operativo)
Ho tenuto i due dispositivi sullo stesso braccio per circa una settimana. Cominciamo a dire che entrambi i prodotti hanno fornito risultati simili: non ho riscontrato differenze superiori al centinaio di passi al giorno su una media di 12.000 passi. Anche la registrazione del sonno ha dato risultati comparabili. Quindi, dal punto di vista delle mere prestazioni i due prodotti sono simili. Le cose cambiano in altri settori, a cominciare dal prezzo di listino: 130 euro per l’UP 24 e 100 euro per il Flex.