di Simone Zanardi
Costruire una casa digitale significa in primo luogo progettare una rete: non si tratta di un vezzo da addetti al networking, ma di un’esigenza imprescindibile, poiché un ambiente complesso e variegato come quello domestico, visto nella sua globalità , richiede per propria natura una struttura distribuita che consenta ai diversi apparati attivi di connettersi tra loro e verso Internet.
Le reti domestiche sono spesso snobbate rispetto a quelle degli uffici e delle aziende perché tipicamente di piccole dimensioni; in realtà è proprio nell’ambiente residenziale che le applicazioni sono più variegate, le necessità dei singoli individui più specifiche e alcune problematiche emergono in modo più complesso. La convergenza, ad esempio, si manifesta in modo dirompente in casa, con la commistione di accesso a Internet, trasferimento di dati, voce e video. I terminali attivi non sono più i soli personal computer, ma comprendono telefoni IP, dispositivi multimediali, videocamere di sorveglianza e apparati di storage. Nell’era del Web 2.0 poi, le comunicazioni non sono più prevalentemente unidirezionali, ma coinvolgono anche l’accesso alla Local Area Network da remoto. (…)
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In edicola: La casa digitale
di Simone Zanardi Costruire una casa digitale significa in primo luogo progettare una rete: non si tratta di un vezzo […]