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La ricetta di Sony per uscire dalla crisi

Redazione | 16 Aprile 2012

Sony

Ha destato non poca impressione l’annuncio della ristrutturazione in atto presso il più grande gruppo tecnologico giapponese. Sony lascerà  a […]

Ha destato non poca impressione l’annuncio della ristrutturazione in atto presso il più grande gruppo tecnologico giapponese. Sony lascerà  a casa 10.000 dipendenti, stretta dalla morsa di risultati finanziari disastrosi, con perdite previste per 6,4 miliardi di dollari e quattro anni consecutivi di fatturati in calo.

L’azienda che per anni è stata simbolo di innovazione tecnologica unita al design, quasi una Apple ante litteram, con il suo ecosistema di dispositivi puntualmente incompatibili con quelli di altri costruttori, si trova ora ad afforntare una crisi d’identità  senza precedenti.

Il walkman, prodotto simbolo di Sony, ha ceduto il passo all’iPod e ha trovato il gigante nipponico incapace di anticipare le nuove tendenze dei mercati digitali dell’entertainment. Stessa sorte è toccata ai televisori, fiore all’occhiello del marchio: l’avvento dei nuovi display flat Lcd  e la concorrenza delle aziende del far east asiatico come Lg Electronics e Samsung, ha oscurato la multinazionale giapponese anche su questo fronte.

Ora spetta al nuovo Ceo insediatosi un mese fa, ripartire con una strategia vincente. L’intenzione espressa Kazuo Hirai, Ceo di Sony, è quella di concentrarsi su tre aree di business: dispositivi mobili, (leggi smartphone e tablet) ,  fotocamera e videocamere, giochi.

Sugli smartphone Sony ha da poco riacquisito il controllo della joint-venture con Ericsson, liquidando a quest’ultima la sua quota. La linea di smartphone Xperia su cui Sony sta puntando andrà  integrata con gli altri prodotti della casa, dai tablet, al PC e alle console di giochi, ricreando quell’ecosistema che consente agli utente di accedere ai propri contenuti attraverso i vari dispositivi Sony.

In particolare verrà  sfruttato il network degli utenti della PlayStation per veicolare anche musica e video, arricchendo così l’offerta di contenuti disponibili.  L’obiettivo sarebbe di raggiungere i 12 miliardi di dollari di fatturato dalle vendite dell’area videogame (attualmente la divisione fattura 10 miliardi di dollari) e di raddoppiare il profitto operativo.

Stessi obiettivi anche per la parte di fotografia digitale e camcorder, che oggi fattura circa 12 miliardi di dollari e che Mr Hirai vorrebbe portare a 19 miliardi di dollari entro i prossimi tre anni.

A fare le spese di gran parte della ristrutturazione sarà  il business dei televisori, su cui graveranno il 60% dei tagli di costi. L’azienda non ha detto di voler chiudere definitivamente con la produzione di televisori, ma sicuramente questa è l’area più colpita dalla crisi e dalla concorrenza delle coreane Samsung e LG.

Per quanto riguarda i 10.000 esuberi, pari a circa il 6% della forza lavoro complessiva dell’azienda, il gruppo non ha specificato come intenderà  procedere ma certo per la cultura giapponese la perdita del posto di lavoro in un gruppo come Sony viene vissuta come una perdita d’identità , tanto è forte il legame tra l’individuo e l’azienda nel Paese del Sole levante..

Da questa maxi riorganizzazione il gruppo spera di arrivare a un fatturato di 105 miliardi di dollari con un margine operativo di oltre il 5% entro i prossimi tre anni.