Si è tenuto oggi a Roma il Primo italian Digital Agenda Annual Forum, l’appuntamento voluto da Confindustria Digitale per chiamare a confronto il Governo sulle opportunità di sviluppo per tutto il Paese rappresentate dall’economia digitale. Entro il 2013, ha detto Stefano Parisi, presidente di Confindustria Digitale, l’Italia può recuperare il gap con l’Europa sui servizi Internet e avviare lo sviluppo di un’economia digitale che potrà portare incrementi sul Pil dell’ordine del 4% o 5%.
La maggior disponibilità di servizi on line consentirebbe ad ogni famiglia italiana di ottenere un risparmio annuo di circa 2.000 euro e porterebbe una riduzione della spesa pubblica e un recupero di 56 miliardi di euro. Se poi le imprese italiane raddoppiassero gli investimenti in Ict, si avrebbe una crescita della produttività tra il 5 e il 10% e se le stesse imprese aumentassero solo dell’1% il loro fatturato estero attraverso le vendite on-line, le nostre esportazioni totali aumenterebbero dell’ 8% pareggiando il saldo import-export di beni e servizi.
Oggi l’economia digitale in Italia pesa il 4% sul Pil, l’uso di Internet è ancora limitato al 50% della popolazione (contro il 68% della media Ue27).
La pratica dell’e-Government riguarda non più dell’8% degli italiani (21% la media Ue27) e quella dell’e-commerce il 15% (43% Ue27). Anche dal lato delle imprese il gap è forte: solo il 4% delle imprese italiane effettua vendite direttamente on-line a fronte di una media Ue27 del 12%. Il piano di Confindustria Digitale per l’attuazione dell’Agenda digitale si articola su cinque assi d’intervento.
Sviluppo della domanda pubblica e privata di servizi on line: gli adempimenti dematerializzati devono diventare la regola e quelli allo sportello l’eccezione.
Pubblica Amministrazione: switch-off Scuola e Sanità ; Carta d’identità elettronica; banche dati pubbliche interoperabili e su cloud; obbligatorietà acquisti on line. Famiglie: Iva al 10% per acquisti on line su piattaforme che operano in Italia; Iva al 4% per contenuti editoriali on line. Imprese: detassazione parziale ricavi delle Pmi da e-commerce.
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