Stando a un’indagine condotta dal Movimento Difesa del Cittadino, l’84% dei ragazzi tra gli 8 e i 15 anni possiede un cellulare. E va bene. Il 21,1% dei “Baby Consumer” ha votato almeno una volta per trasmissioni come “Amici” o “Il Grande Fratello”. Ok, il costo è tutto sommato ancora contenuto. Ma il rischio maggiore, capitato una o più volte al 41,3% dei piccoli consumatori, è quello di chiamare un numero per poi ritrovarsi abbonati a un servizio di download di loghi e suonerie, per altro piuttosto costoso, senza averlo richiesto e senza riuscire a eliminarlo.
Una situazione che non poteva passare inosservata all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che ha avviato dei controlli. Oggetto di valutazione sono state in particolare, rileva l’Antitrust, “alcune comunicazioni promozionali che non evidenziano in maniera adeguata, anche in considerazione del target di riferimento rappresentato da soggetti di età inferiore ai 18 anni, i costi e le condizioni degli stessi nonché la tipologia di servizio oggetto di promozione a fronte dell’invito a “scaricare” il contenuto multimediale di interesse”.
Ed ecco che dopo i controlli arrivano le sanzioni per pratiche commerciali scorrette all’indirizzo di alcuni operatori di telefonia mobile e società di servizi. Telecom Italia si è vista recapitare una multa di 640 mila euro, 560 mila euro per Vodafone Omnitel, 480 mila euro per Wind Telecomunicazioni e 155 mila euro per H3G. A cui si aggiungono le sanzioni alle società fornitrici del servizio: 55 mila euro per Zeng Srl, 95 mila euro per Zed Italia, 115 mila euro per Buongiorno, 125 mila euro per Dada.
Alcune aziende, come Buongiorno, hanno già fatto sapere tramite un comunicato stampa, che ritengono “del tutto infondate” le accuse e che faranno ricorso al Tar.