La storia dell’informatica moderna vista e vissuta in prima linea con passione, ma anche con un occhio critico verso le diverse forme di applicazione nella vita quotidiana.
di Michele Braga e Pasquale Bruno
Un viaggio editoriale cominciato 20 anni fa, più precisamente nel maggio del 1991, quando PC Professionale si presentò per la prima volta in edicola con l’obiettivo di diventare per i propri lettori una guida critica e costruttiva alle tecnologie e ai tanti strumenti informatici che in quegli anni cominciavano a invadere il mercato. Cogliamo quindi l’occasione di questo anniversario per ripercorrere attraverso i principali fatti storici e le nostre copertine questi fantastici 30 anni di progresso tecnologico che sono il frutto diretto della terza rivoluzione industriale, quella che ha dato vita all’elettronica, alla scienza moderna e che, nel lontano 1969, ha portato per la prima volta l’uomo sulla Luna.
La passione e la competenza verso la tecnologia, passata e attuale, sono tratti distintivi di tutte le persone che hanno partecipato e partecipano tuttora alla realizzazione di PC Professionale. Sono elementi essenziali che ci avvicinano ai nostri lettori e la linfa vitale che ci spinge a studiare e sviscerare le tecnologie come se fossimo ancora sui banchi di scuola, a esaminare e provare in modo diretto i prodotti mese dopo mese.
Siamo anche noi dei consumatori di tecnologia e in quanto tali ci piace capire come funzionano gli oggetti dei quali ci circondiamo e come poterli sfruttare per soddisfare le nostre esigenze o, spesso, più semplicemente i nostri sfizi. La possibilità di essere in prima linea ci permette di vedere tecnologie in anteprima, di essere spettatori privilegiati nei laboratori dove la tecnologia diventa prodotto, ma soprattutto ci fornisce quei contatti e quelle fonti dirette che ci permettono di reperire e verificare le informazioni per potervi raccontare come si evolve il mondo dell’informatica e dei numerosi dispositivi che ci portiamo appresso ogni giorno.
I 30 anni che andremo a ricordare possono essere divisi in tre decadi dai tratti ben distinti e diversi tra loro. La prima, quella che copre gli anni ‘80, è stata l’era dei pionieri, di coloro che prima di guardare al profitto pensavano a realizzare un sogno: catapultare il mondo moderno nell’era digitale e futuristica anticipata da romanzi e film di fantascienza quali 2001 Odissea nello spazio, Blade Runner e serie Tv come Star Trek. All’epoca era difficile cogliere l’entità del progresso e degli sviluppi tecnologici conseguiti nel corso di pochi anni o addirittura di pochi mesi, tanto è vero che furono in molti, anche menti brillanti, a non comprendere la profondità e le dimensioni del cambiamento in atto. In molti campi l’impatto fu così forte che a distanza di poco tempo fu altrettanto difficile ricordare o addirittura immaginare come fosse stato possibile lavorare senza l’ausilio tecnologico al quale siamo abituati oggi. La seconda, quella che va dai primi anni ’90 fino all’inizio del nuovo millennio, può essere considerata senza troppi timori il periodo d’oro dell’era informatica: tutto ciò che arrivava sul mercato era qualcosa di realmente nuovo, mai visto e utile. La quantità di tecnologie e di idee degli anni antecedenti avevano preparato un terreno estremamente fertile: lo sviluppo nelle tecniche di lavorazione del silicio avevano raggiunto uno stadio sufficiente da permettere un margine di guadagno economico anche su prodotti per il grande mercato di massa. La Silicon Valley, in California, si era trasformata nel centro nevralgico in cui confluivano aziende solide, start up e studenti freschi di università con l’intenzione di realizzare qualcosa di grande. La vicinanza fisica permise da un lato l’interazione diretta e costruttiva tra persone, società e fondi finanziari, mentre dall’altro diede vita a una concorrenza spietata che condusse a ritmi di lavoro incessanti. Per chi volesse conoscere com’era la Silicon Valley degli anni ’80, quali erano le persone che hanno cambiato e plasmato il mondo dei personal computer vi consigliamo la visione di un film: I pirati della Silicon Valley, la storia di come si sono intrecciati i sogni e le vite del co-fondatore di Apple (Steve Jobs) e del co-fondatore di Microsoft (Bill Gates).
Con il nuovo millennio ha inizio l’era del consolidamento. Dalla metà degli anni ‘90 il fenomeno Internet aveva alimentato in modo eccessivamente euforico il boom della dot-com economy che proprio in concomitanza dell’anno 2000 esplose e ingenerò il panico sui mercati finanziari portando al collasso del Nasdaq. Questo condusse a un periodo di selezione che vide crollare sul campo e sparire nel nulla decine di aziende piccole e grandi. Solo le realtà che nel tempo avevano investito gran parte dei loro utili nella costruzione di un solido patrimonio aziendale basato sulla ricerca e lo sviluppo e su infrastrutture di produzione reali riuscirono a sopravvivere al periodo di forte recessione. Questo fu anche il periodo del cannibalismo tecnologico durante il quale molte aziende acquistarono, a prezzi stracciati, brevetti dalle società morenti. Per raggiungere un punto di stabilità le aziende rimaste costituirono consorzi di collaborazione con lo scopo di definire standard e piani di sviluppo tecnologico tali da permettere la compatibilità tecnologica da un lato e una protezione degli investimenti in ricerca e sviluppo dall’altro.
Passato il momento nero della crisi il settore informatico ha trovato un punto di sostanziale equilibrio e di crescita: Internet e le comunicazioni senza fili hanno avviato il processo di globalizzazione, mentre gli sviluppi nei campi delle fisica del silicio hanno sostenuto la continua evoluzione che oggi ci consegna dispositivi che stanno nel palmo di una mano e che hanno la potenza di decine di computer di qualche anno fa. Molti di noi e di voi rientrano in quella che è considerata la generazione dei migranti o degli immigrati tecnologici, ovvero di coloro che hanno vissuto, da bambini o già adulti, queste tre decadi. Siamo coloro che sono cresciuti in un mondo dominato dalle tecnologie analogiche e che nel corso degli anni hanno adottato e imparato a usare le più moderne tecnologie digitali. Siamo la memoria vivente del cambiamento ancora in atto, mentre le nuove generazioni sono native digitali. Per i bambini e gli adolescenti di oggi è normale che un telefono cellulare abbia una fotocamera integrata e che sia possibile non solo telefonare, ma anche navigare in Internet passeggiando per strada. Con altrettanta naturalezza imparano molto più velocemente di noi immigrati digitali a utilizzare dispositivi come l’iPhone, dove i tasti sono qualcosa di obsoleto e superato.
In queste pagine potrete ripercorrere il vostro viaggio di immigrato digitale oppure, con un po’ di curiosità , scoprire da nativo digitale cosa ha dato vita a tutta la tecnologia della quale oggi difficilmente potreste fare a meno.
Estratto dall’articolo pubblicato sul numero 247 – ottobre 2011